Certi gechi perdono la capacità adesiva
In alcune specie succede, ma per dar spazio a nuove capacità.
RICERCA – I gechi si arrampicano su muri e soffitti senza alcuna difficoltà. È questa la caratteristica che li ha sempre resi interessanti dal punto di vista della ricerca di nuovi materiali: tute da uomo-ragno (o meglio, uomo-geco) che permettano anche a noi di diventare supereroi, adesivi e cerotti di nuova generazione, robotica.
Si sa da tempo come fanno i gechi ad appiccicarsi e camminare anche sul soffitto, ma solo lo scorso anno è stato chiarito il meccanismo con il quale, nella foresta tropicale, sono in grado di camminare senza scivolare anche su superfici bagnate (solo quelle umide e cerose, non quelle completamente sott’acqua). Mentre è di dicembre del 2014 un’altra scoperta che ha dell’incredibile: i gechi si appiccicano anche da morti. E quindi, la capacità delle zampe è, in qualche modo, “passiva”.
Eppure, a dispetto di tutto questo interesse per gli “adesivi” naturali dei gechi e tanto apprezzamento da parte della ricerca, ecco l’ultima notizia: certe specie di gechi hanno perso il loro super potere. Lo confermano i ricercatori dell’università della California.
L’evoluzione può diminuire o eliminare del tutto degli adattamenti che determinate specie avevano acquisito – un esempio è la perdita delle zampe nei serpenti – ma, come al solito, tutto in natura ha il suo senso. E persa un’abilità, ne nasce un’altra. Tant’è che le specie di gechi che hanno perso la capacità di appiccicarsi ovunque ci hanno guadagnato in locomozione perché l’assenza delle costrizioni legate al potere di adesione delle zampe ha permesso a questi nuovi gechi di correre molto velocemente e scavare rifugi.
Le capacità adesive delle zampe, così come la coda prensile di alcuni gruppi di vertebrati, sono state innovazioni di Madre Natura per concedere a questi animali di muoversi più facilmente verso l’alto, arrampicandosi meglio in zone dove i predatori non accedevano. Ma queste innovazioni comportavano anche costrizioni nella locomozione. Nel nuovo studio, pubblicato su PNAS, il team ha analizzato i gechi che si muovono in situazioni principalmente terresti, dove il sistema adesivo, rallentando la corsa, risulterebbe un costo più che un beneficio e ha scoperto che, in effetti, quella caratteristica non c’è più. “L’evoluzione – ha chiarito il primo autore dello studio, Timothy Higham – sta nella formazione di nuove ed elaborate strutture, ma anche nella loro riduzione o completa eliminazione. Perdere qualcosa può portare benefici per un organismo e può essere a sua volta un’innovazione. Se le funzioni dell’animale migliorano grazie all’assenza di una determinata struttura, allora la selezione ne favorisce la perdita”.
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Crediti immagine: Giuseppe Brancaccio