L’asimmetria cerebrale ci distingue dagli scimpanzé
Nel nostro cervello il solco temporale superiore destro e quello sinistro sono leggermente diversi. Quest'asimmetria, non presente negli scimpanzé, è un'innovazione recente e potrebbe essere legata alle capacità comunicative e di cognizione sociale.
SCOPERTE – Una piccola differenza nel cervello ci distingue dagli altri primati. Questa l’ipotesi di un team di ricerca della CEA a Saclays, in Francia che ha pubblicato un articolo sui “Proceedings of the National Academy of Sciences“. In questo studio, realizzato nell’unità di ricerca sulle neuroimmagini in collaborazione con l’Università di Aix-Marseille e altri istituti, si è evidenziato come una differenza di profondità di appena cinque millimetri nel cervello tra emisfero destro e sinistro potrebbe essere la chiave per interpretare l’evoluzione della nostra specie rispetto a scimpanzé e altri primati.
Il cervello umano, fin dalle prime ore di sviluppo, mostra un solco temporale superiore più profondo nell’emisfero cerebrale destro rispetto a quello sinistro. La zona è quella ventrale del giro di Heschl, area che è coinvolta nella comunicazione e nella comunicazione sociale.
François Leroy e i colleghi si sono accorti che questa differenza era quasi sempre presente e, facendo un’analisi più approfondita, il risultato è stato che circa il 95% della popolazione condivideva questa piccola differenza. Questo indipendentemente dal sesso, dall’età e dal fatto di essere mancini o meno. Non solo: era presente perfino in soggetti affetti da situs inversus (condizione in cui gli organi sono collocati in posizione speculare rispetto a quella usuale, come la destrocardia) o da lateralizzazione inversa del cervello (in cui i centri del linguaggio sono nell’emisfero destro).
La presenza di questa asimmetria fin dalla giovane età, nei neonati e perfino nei feti, ha fatto pensare che potesse essere fortemente controllata a livello genetico. L’intuizione è stata però ipotizzare che questa variazione del solco potesse essere diversa negli scimpanzé.
I ricercatori autori dello studio hanno quindi confrontato la struttura anatomica del cervello di 177 persone e 73 scimpanzé e hanno concluso che in quest’ultimi l’asimmetria era appena accennata.
Cosa dedurre da questi risultati?
Il fatto che la regione interessata influenzi la comunicazione e la comunicazione sociale rende questa asimmetria un target ideale per cercare variazioni nell’espressione genica e studiare l’evoluzione recente delle capacità cognitive dai primati all’uomo.
Un cambiamento evolutivo che potrebbe aver distinto la nostra specie dagli scimpanzé e modificato la capacità di gestione di processi cerebrali complessi, come integrazione di stimoli uditivi e visivi e capacità cognitive.
Si tratta, dunque, di uno studio preliminare e incompleto, ma che secondo gli autori potrebbe indirizzare future ricerche per comprendere meglio l’evoluzione di esseri umani e primati e identificare le caratteristiche potenzialmente uniche della corteccia cerebrale umana.
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Crediti immagine: Tambako The Jaguar, Flickr