Willy Wonka contro il morbillo
Nel mezzo dell'epidemia di morbillo made in Usa, riemerge una commovente lettera di Roald Dahl che invitare a vaccinare i bambini
GRAVIDANZA E DINTORNI – «Olivia, la mia figlia maggiore, si ammalò di morbillo quando aveva sette anni. Ricordo che all’inizio, durante il normale corso della malattia, le leggevo delle storie mentre era a letto e non mi sentivo particolarmente preoccupato. Poi, una mattina, quando ormai Olivia era in pieno recupero, ero seduto sul bordo del suo letto a mostrarle come modellare animaletti con dei fili colorati. Quando venne il suo turno di farne uno, notai che le sue dita e la sua mente non si coordinavano e che non riusciva a fare nulla. Le chiesi se si sentiva bene e mi rispose di sentirsi molto assonnata. Nel giro di un’ora perse conoscenza e poche ore più tardi era morta».
Comincia così, in modo semplice, quasi asciutto, ma straziante, una lettera che Roald Dahl, il famoso autore di libri per ragazzi, da Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato a James e la pesca gigante, scrisse nel 1988 per accogliere l’introduzione in Gran Bretagna del vaccino trivalente contro morbillo, parotite, rosolia. Erano passati più di vent’anni dalla morte della piccola Olivia, avvenuta nel 1962 per una complicazione del morbillo, l’encefalite, ma Dahl accettò volentieri di sostenere un’autorità sanitaria locale, nelle sue campagne di sensibilizzazione sulla vaccinazione.
Dopo più di vent’anni, la lettera torna a circolare freneticamente sul web, mentre si allarga a macchia d’olio l’epidemia di morbillo che dallo scorso dicembre ha colpito gli Stati Uniti. A partire da un parco di divertimenti Disney in California, ad Anaheim, la malattia si è ormai diffusa in 14 stati. Dall’inizio dell’anno sono ormai più di cento i casi registrati in tutti gli Usa, nella crescente preoccupazione delle autorità sanitarie, che a questo punto temono di veder confermato, anche nel 2015, i pessimi dati dell”anno precedente. Con 644 casi in 27 stati, infatti, il 2014 è stato l’anno peggiore dal 2000, quando era stata annunciata l’eliminazione del morbillo come malattia endemica negli Stati Uniti.
E invece la malattia sta tornando, e per varie ragioni. Come ricordato sul sito dei Centers for Diseases Control and Prevention americani, parte del problema sta nel fatto che il morbillo è ancora comune in molte parti del mondo. E visto che si viaggia facilmente, dall’Asia, dall’Africa e anche dall’Europa, il virus responsabile può altrettanto facilmente varcare la frontiera americana. Non tutta la colpa, però, viene da fuori: il punto è che, una volta arrivato negli Usa il morbillo – che, ricordiamolo, è altamente infettivo – riesce a diffondersi perché stanno crescendo le sacche di persone non vaccinate.
Già, perché un argine potente contro la malattia c’è, ed è il vaccino. Solo che sono sempre più numerosi i genitori che decidono di non far vaccinare i propri figli, temendo che possano verificarsi gravi effetti collaterali (che sono, invece, rarissimi e niente hanno a che fare con la paura principale, che è quella dell’autismo). Secondo quanto riportato dal Los Angeles Times, in California i bambini in età prescolare vaccinati stanno diminuendo: erano il 95% nel 2002, sono il 92% oggi. Una percentuale che comincia a non garantire più quella immunità di gregge che è necessaria perché il vaccino funzioni davvero a livello di popolazione. Un problema che abbiamo anche in Italia, che sta al primo posto in Europa per le epidemie di morbillo e che è appena stata richiamata dall’Organizzazione mondiale della sanità proprio per il calo delle coperture vaccinali.
Vent’anni dopo, dunque, è più che mai attuale l’appello di Roald Dahl (sì, anche rispetto al fatto che il morbillo rimane una malattia pericolosa).
«C’è qualcosa che i genitori di oggi possono fare per assicurarsi che una tragedia come quella di Olivia non capiti anche ai loro bambini. Possono insistere perché i loro figli vengano vaccinati. […] Oggi è disponibile un vaccino sicuro e tutto quello che bisogna fare è chiedere al medico di somministrarlo».
«In genere non si pensa al morbillo come a una malattia pericolosa, ma credetemi: lo è. Io penso che i genitori che rifiutano la vaccinazione stiano mettendo a rischio la vita dei loro bambini. […]
E quali sono i rischi della vaccinazione? Praticamente, sono inesistenti. Ascoltate: in una comunità di 300 mila persone, solo un bambino ogni 250 anni andrà incontro a gravi effetti collaterali provocati dal vaccino. È una probabilità di uno su un milione: è più probabile che un bambino venga soffocato da un pezzetto di cioccolato! E allora, perché dovreste preoccuparvi? È davvero quasi un crimine permettere che i vostri bambini non ricevano il vaccino».
È davvero quasi un crimine. Parole sulle quali riflettere, ancora oggi.
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