Esposizione al Bisfenolo A e autismo
Studiando i metaboliti nelle urine dei bambini, gli scienziati hanno stabilito un'associazione tra l'esposizione al composto chimico e l'insorgere di disturbi dello spettro autistico
“In passato alcuni studi scientifici condotti su topi hanno mostrato che il Bisfenolo A agisce come un interferente endocrino. La nostra ricerca, invece, è la prima a validare questa ipotesi sugli esseri umani e ad associare la scoperta ai disturbi dello spettro autistico”.
Racconta così il recente lavoro del suo team T. Peter Stein della Rowan University School of Osteopathic Medicine (RowanSOM), primo autore di una pubblicazione sulla rivista Autism Research in cui è stato analizzato il metabolismo del BPA nei bambini sani e in quelli autistici. Facendo emergere una grande differenza, e stabilendo un’associazione tra l’esposizione a BPA e l’insorgere di disturbi dello spettro autistico.
Gli scienziati hanno raccolto i campioni di urine da 98 bambini, 46 con un disturbo dello spettro autistico e 52 sani, reclutati come gruppo di controllo. Tutti i campioni sono poi stati analizzati per stabilire la concentrazione di BPA libera e quella totale; come molti altri composti chimici il BPA diventa solubile in acqua quando si lega al glucosio nel fegato, un processo noto con il nome di glucuronidazione molto importante per la nostra salute. È proprio tramite la conversione a glucuronide e l’escrezione attraverso le urine che molte tossine lasciano il nostro corpo.
I ricercatori hanno anche condotto un’analisi metabolomica, alla ricerca di tutti i possibili metaboliti (i prodotti delle reazioni metaboliche) nell’urina dei bambini. Così hanno scoperto che la concentrazione di metaboliti e il BPA totale escreti dai bimbi con disturbi dello spettro autistico sono circa tre volte più elevate rispetto a quelli sani.
Un limite, per ora, è aver condotto queste ricerche su un numero esiguo di bambini. “Ma il punto importante è che è emersa un’associazione tra BPA e autismo, che apre le porte a un’ampia area di ricerche. Un’implicazione delle nostre scoperte è che potrebbe essere appropriato ridurre l’esposizione al BPA delle donne durante la gravidanza, e dei bimbi che già hanno disturbi dello spettro autistico”, conclude Stein. Se nell’Unione Europea il BPA è già proibito (dal 2011) nella produzione di contenitori per alimenti da neonati, le ultime evidenze suggeriscono che la strada da fare è comunque ancora molta.
Leggi anche: Non solo BPA, i fenoli influiscono sulla crescita fetale
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
Crediti immagine: Alicia Voorhies, Flickr