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Se il sudore ci rende felici

A quanto pare è contagioso: se a sudare è una persona felice, lo diventiamo anche noi (felici, non sudati)

3935203835_98756222f3_zWHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Quando siamo felici lo comunichiamo in molti modi, compreso uno che pochi si aspettano: segnali chimici trasmessi grazie all’odore del nostro sudore. Così che chi ci sta intorno possa annusare la nostra gioia. È il risultato di uno studio su Psychological Science, in cui si esplora il ruolo dei composti chimici che rilasciamo quando sudiamo e la loro capacità di “contagiare” gli altri. Non nel senso che sudano, ma che diventano felici anche loro.

«Il nostro studio mostra che essere esposti al sudore prodotto da una persona felice induce in chi lo percepisce un simulacro di felicità, inducendo un contagio dello stato emotivo», spiega Gün Semin della Utrecht University, psicologo e leader dello studio. «Questo suggerisce che se qualcuno è felice può infondere la sua felicità a chi gli sta intorno. In un certo senso il sudore felice è come i sorrisi. Contagioso».

Finora si conosceva questo effetto per le emozioni negative, perciò Semin e i colleghi volevano scoprire se funzionasse anche per gli stati d’animo positivi: hanno reclutato dodici persone felici (che al momento stavano vivendo un momento di gioia) e raccolto i loro campioni di sudore. Tutte queste persone sono state selezionate in quanto non fumavano e non soffrivano di alcun tipo di disturbo psicologico; inoltre era stato proibito loro di fare uso di alcol, avere rapporti sessuali, consumare cibo dall’odore intenso e fare troppa attività fisica nel corso dell’esperimento. I ricercatori hanno anche voluto misurare le emozioni implicite dei partecipanti, mostrando loro dei simboli cinesi e chiedendo se li trovassero piacevoli o meno. Infine hanno raccolto i tamponi e li hanno sigillati.

Per la seconda parte dello studio, sempre condotta in doppio cieco, i ricercatori hanno reclutato 36 donne, tutte rigorosamente sane (donne, spiegano, perché generalmente il senso dell’olfatto è migliore e c’è una più spiccata sensibilità nel percepire gli stati emotivi). Le partecipanti si sono sedute e hanno appoggiato il mento su un supporto – simile a quelli che si usano per i test oculistici – e hanno annusato i vari campioni di sudore, con i tamponi posizionati subito davanti al supporto. Ne hanno annusati di diversi tipi: paura, felicità e quelli “neutri”, con cinque minuti di pausa tra un campione e l’altro.

Lo studio delle espressioni facciali delle donne ha confermato ai ricercatori quanto si aspettavano: quelle che avevano annusato il sudore “di paura” avevano mostrato maggior attività nel muscolo frontale mediano, tipica espressione di paura. Quelle che avevano invece annusato il sudore “felice”, mostravano un’attività più intensa riconducibile al cosiddetto sorriso di Duchenne, componente tipica delle espressioni di felicità. Queste osservazioni, secondo i ricercatori, suggeriscono che sia avvenuta una sorta di sincronizzazione tra donatori e riceventi, ovvero tra chi sudava e chi annusava.

I campioni di sudore, tuttavia, non sembrano avere avuto effetto sugli stati emotivi impliciti delle partecipanti: la loro valutazione dei simboli cinesi è rimasta la stessa. La conclusione dei ricercatori, che da questo studio preliminare continueranno a indagare il potere del sudore (anche dal punto di vista degli effetti neurologici), è che comunichiamo i nostri stati emotivi – siano essi positivi o negativi – tramite ben precisi segnali chimici, in modo che chi li percepisca vada incontro alle stesse emozioni. E il fatto che la felicità possa essere comunicata per via olfattiva potrebbe decisamente attirare l’attenzione di tutte le industrie che con l’olfatto ci lavorano, proprio per le potenziali applicazioni commerciali. Voi non lo comprereste un profumo che vi fa felici?

@Eleonoraseeing

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Crediti immagine: SuperFantastic, Flickr

 

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".