Science & Diplomacy – Il Vaticano in soccorso del clima
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SCIENCE AND DIPLOMACY – Il Vaticano si sta muovendo in vista dell’accordo sul cambiamento climatico, e lo fa in maniera esplicita e con forza: la situazione dei negoziati, quindi, è ad un punto critico. In un documento promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze ha ufficialmente adottato una propria visione sullo sviluppo sostenibile. Nulla di nuovo, sembrerebbe: tutti gli ultimi papati hanno sponsorizzato una politica di riduzione delle emissioni e utilizzo sostenibile dell’ecosistema. In più il documento non adotta approcci particolarmente rivoluzionari. Ma quel testo ha un valore fondamentale: tra 5 mesi a Parigi si spera di riuscire ad arrivare ad un accordo post-Kyoto, durante la ventunesima Conferenza delle Parti (ovvero dei firmatari del trattato di Kyoto)- COP 21.
La Dichiarazione della Pontificia Accademia, quindi, ha un preciso ruolo politico. Tant’è che è firmato non solo dai cardinali, ma anche da rappresentanti di altre religioni, businessman e leader politici. Nel documento si afferma chiaramente che “il cambiamento climatico è una realtà scientifica e la sua risoluta mitigazione è un imperativo morale e religiose per l’umanità” e che “i leader politici degli Stati Membri delle Nazioni Unite hanno una responsabilità speciale nel convergere alla COP 21 per raggiungere un accordo sul clima”. Difficilmente il Vaticano prende una posizione così netta su temi di politica generale, se non strettamente legati a tematiche etiche.
Tuttavia, il riferimento all’accordo sul clima può far riaprire uno spiraglio nell’ultima fase di negoziati che si protraggono da anni e sono stati sostanzialmente fallimentari. Molti, infatti, scommettono che, nonostante l’impegno di Hollande (che vorrebbe incamerare un successo politico di portata storica), a Parigi non si riuscirà ad andare oltre Kyoto, ma anzi, probabilmente si farà un ulteriore passo indietro. La stessa Dichiarazione della Pontificia Accademia, con il suo linguaggio esplicito e inequivocabile (cosa rara in diplomazia, ancora più rara nella diplomazia vaticana) è sostanzialmente la denuncia che i negoziati sono probabilmente ad un punto morto. L’affermazione del “cambiamento climatico come una realtà scientifica” indica il modo in cui alcuni Stati stiano cercando di bloccare il raggiungimento di accordo, edulcorando i fattori antropici del cambiamento climatico o negando addirittura che esista un cambiamento climatico dovuta all’attività umana.
La Santa Sede non è un paese membro delle Nazioni Unite, ma ha solo lo status di osservatore. Nonostante questo, è uno degli enti politici più influenti, potendo muovere i voti in Assemblea Generale dei Paesi dell’America Latina, un buon numero di Stati africani e asiatici (quelli a maggioranza cattolica), e anche quello di Stati Membri economicamente e politicamente più forti, quali Spagna e, soprattutto, Italia.
Big Science
CERN – Lo scorso 7 maggio, alla Casa Bianca, i rappresentanti del Dipartimento per l’energia statunitense, della National Science Foundation e del CERN hanno firmato l’accordo che permetterà per la prima volta al CERN di collaborare a progetti negli Stati Uniti.
Europa
UNIONE EUROPEA – La battaglia animalista per proibire l’uso di animali nei laboratori di ricerca (qui alcuni numeri) arriva a Bruxelles. La campagna, che vede in testa le italiane Almo Nature e OIPA, dopo aver avuto successo col parlamento italiano, sta cercando di imporre il dibattito anche al Parlamento Europeo. Non è la prima volta che Bruxelles cede alle pressioni delle organizzazioni per il benessere animale o ambientaliste: la stessa figura del Chief Scientific Advisor, Anne Glover, fu sotto attacco di Greenpeace e altre organizzazioni per la sua posizione non contraria agli OGM, e alcuni analisti pensano che anche per questo sia stata rimossa dall’incarico.
Dal Mondo
INDIA – Sempre più isolata in Occidente, la Russia si sta decisamente rivolgendo all’Oriente. E l’India coglie l’occasione: il presidente indiano Pranab Mukherjee, in un discorso all’Università di Mosca, ha prospettato un forte consolidamento delle politiche di ricerca e scambio in ambito scientifico tra India e Russia.
DUBAI – Lo scorso 9 maggio, il ministro dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti, Sultan Bin Saeed Al Mansouri, ha concordato con la sua controparte finlandese, Jan Vapaavuori, di “rafforzare la cooperazione tra i due Paesi nei settori della ricerca scientifica e dell’innovazione”.
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