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Una nuova combinazione di farmaci per la fibrosi cistica

Si tratta di Ivacaftor e Lumacaftor, che hanno mostrato di migliorare notevolmente la funzione respiratoria dei pazienti affetti dalla mutazione Phe508del

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SALUTE – Neanche un mese fa davamo la notizia dell’approvazione da parte di AIFA di un nuovo farmaco che ha mostrato di migliorare la vita di una piccola classe di pazienti affetti da fibrosi cistica, quelli interessati dalle mutazioni di classe III, circa 100 persone in Italia, su un totale di 6000 malati di fibrosi cistica. E gli altri? ci eravamo chiesti. E la maggior parte?

Ebbene, si apre una possibile speranza anche per un’altra grossa fetta di malati, i pazienti portatori della mutazione Phe508del, che è la più frequente. Un gruppo di ricercatori provenienti da diversi centri di cura per la fibrosi cistica sparsi nel mondo, tra i quali 7 italiani e coordinati dal Policlinico di Milano, ha infatti pubblicato su The New England Journal of Medicine i risultati assai promettenti dell’utilizzo della combinazione di due farmaci che avrebbero dimostrato di migliorare sensibilmente diversi aspetti legati alla qualità della vita di pazienti omozigoti per questa mutazione. Uno studio enorme, il più grande mai condotto in questa direzione, che avrebbe evidenziato un miglioramento della funzione respiratoria, un significativo aumento di peso, e soprattutto una riduzione delle riacutizzazioni respiratorie nei casi trattati con la combinazione di farmaci.

“Quest’ultimo aspetto in particolare è importantissimo perché le riacutizzazioni respiratorie rappresentano una causa molto importante di progressione della malattia” precisa Carla Colombo, responsabile del Centro Regionale di riferimento per la Fibrosi Cistica del Policlinico e coordinatrice italiana dello studio. In questo caso lo studio, che ha coinvolto 1108 malati provenienti da Europa, Stati Uniti e Australia, ne ha rilevato una riduzione significativa, pari a circa il 40%. Di conseguenza questi pazienti rivelavano un minore tasso di ricoveri e un più basso uso di antibiotici rispetto a chi aveva ricevuto il placebo. “Molto importante è anche il dato sull’aumento del peso – prosegue Colombo – dato che generalmente i pazienti portatori di due mutazioni Phe508del, come quelli arruolati nello studio, presentano problemi nella digestione e nell’assorbimento dei nutrienti che conseguono alla compromissione del pancreas esocrino, con deficit grave della secrezione di enzimi e bicarbonato.”

Lo studio, durato sei mesi e condotto in doppio cieco, aveva lo scopo di testare la combinazione di due farmaci, uno dei quali, il potenziatore Ivacaftor, già noto per la cura della fibrosi cistica in pazienti portatori di mutazioni di classe III. “Per i pazienti portatori della mutazione Phe508del invece – spiega Colombo – un potenziatore non è sufficiente a ripristinare l’attività della proteina CFTR mutata. È necessario aggiungere un correttore, e nello studio è stato utilizzato Lumacaftor, che agisce impedendo che la proteina mal ripiegata venga distrutta prima di raggiungere la membrana cellulare; solo quando la proteina ha raggiunto la membrana cellulare si può agire con un potenziatore che ne migliori le funzionalità”. In altre parole, la difficoltà di mettere a punto un trattamento per questi pazienti – che ricordiamo sono la maggior parte dei malati di fibrosi cistica – è la complessità degli effetti della mutazione di cui sono portatori.

Insomma, i miglioramenti circa la qualità della vita nei pazienti che hanno assunto questa combinazione di farmaci ci danno ragionevoli buone speranze, ma dobbiamo andare avanti – prosegue Colombo – anche perché da studi in vitro è emerso che la combinazione di Lumacaftor e Ivacaftor potrebbe non essere ottimale, nel senso che i due farmaci potrebbero depotenziarsi a vicenda. Sono allo studio numerosi altri potenziatori e correttori, il cui potenziale impiego clinico andrà adeguatamente testato. “Molto c’è ancora da fare e da definire, e per questo il trial, senza più il gruppo placebo, proseguirà per altri due anni circa. Tuttavia questa ricerca ci ha mostrato che siamo sulla strada giusta.”

@CristinaDaRold

Leggi anche: Fibrosi cistica, approvato farmaco che agisce sulle cause, Cosa vuol dire avere la fibrosi cistica oggi

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Crediti immagine: OI IO, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.