MULTIMEDIA – Il suo nome evoca un mostro mitologico dalle nove teste, l’Idra di Lerna, il mostro che Ercole deve affrontare e uccidere nelle sue celebri fatiche. Si chiama Hydra vulgaris ed è un piccolo polipo di acqua dolce che vive in pozze e laghetti di zone temperate e tropicali di tutti i continenti. L’Hydra viene segnalata per la prima volta dal microscopista olandese Anton van Leeuwenhoek all’inizio del ‘700, ma il suo studio viene completato da Abraham Trembley nel 1744. Trembley, conducendo gli esperimenti su un esemplare a sette teste, che chiama proprio “Hydra”, ne descrive accuratamente la morfologia, il sistema di locomozione e le straordinarie capacità rigenerative. A conclusione dei suoi studi, Trembley inserisce l’Hydra nel regno degli animali.
Quasi due secoli dopo, gli esperimenti sulle capacità rigenerative di questo animale diventano paradigma della sua immortalità. Il primo a raccontarlo in una pubblicazione scientifica fu il professore Daniel Martinez del Pomona College in California nel 1998. A differenza di altri organismi appartenenti allo stesso phylum dell’Hydra, cioè agli cnidari, l’Hydra vulgaris non mostra segni di invecchiamento e mortalità, quindi sembra in tutto e per tutto vivere per sempre. Ma come è possibile?
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