COSTUME E SOCIETÀ

Analisi ricorsive della Furia ricorrente

Per evitare rischi legali, nel 2013 il proprietario delle riviste Frontiers ritirò un articolo sulle teorie del complotto. Ma la nuova versione appena pubblicata sta provocando le stesse reazioni

COSTUME E SOCIETÀ – La blogosfera anglosassone, già impegnata nella lotta contro i climatologi e un Papa comunista al soldo del Cremlino, si trova a dover combattere un nemico che sperava di aver sconfitto due anni fa: la psicologia cognitiva applicata alla comunicazione in rete e al rigetto della scienza.

Riassunto dei corsi e ricorsi precedenti.

Nel 2012, su Psychological Science, “NASA faked the moon landing, therefore (climate) science is a hoax” [ La NASA ha falsificato l’atterraggio sulla Luna, quindi la scienza (del clima) è una burla]  gli psicologi Stefan Lewandowsky, Klaus Oberauer e Gilles Gignac analizzano le risposte a un sondaggio on line, dalle quali risulta che il complottismo accomuna il diniego dello sbarco sulla Luna e dell’effetto serra dei gas serra. Sui blog propri e altrui, gli autori sono subito accusati di complotto, falsificazione dei dati e persecuzione di chi nega l’effetto serra dei gas serra.

Insieme a John Cook e Michael Marriott, i tre autori analizzano i commenti in “Recursive fury: Conspiracist ideation in the blogosphere in response to research on conspiracist ideation”  [Furia ricorsiva: l’ideazione cospirazionista nella blogosfera in risposta a una ricerca sull’ideazione cospirazionista], pubblicato nel marzo 2013 da Fontiers in Psychology e ritirato il mese dopo da Henry Markam, proprietario della casa editrice Frontiers, per “un contesto legale insufficientemente chiaro”, nel senso che gli erano arrivate minacce di querela.

Il complottismo non è una malattia, capita a tutti sospettare a torto qualche conoscente e il suo cane di malevolenze varie… Secondo i commentatori le cui opinioni erano citate in “Recursive fury” – poi detta R. F. 2013 –  invece, gli autori diagnosticavano loro una psicopatia, violando l’etica della ricerca su esseri umani, il prof. Lewandowsky andava licenziato in tronco. Comitati etici nominati dalla rivista e da università affermavano che i commentatori avevano scelto di rendere le proprie opinioni di dominio pubblico e che la ricerca si era svolta sui testi e non su esseri umani.

Le querele non sono arrivate, fine del riassunto.

Nel marzo 2015, su Psychological Science, esce “The Robust Relationship Between Conspiracism and Denial of (Climate) Science” [La relazione robusta tra il cospirazionismo e il diniego della scienza (del clima)] di Lewandowsky, Oberauer e Gignac, un esercizio di psicometria che suscita un’onda complottistica di breve durata. Questa settimana il Journal of Social and Political Psychology anticipa on-line “Recurrent fury: Conspiratorial discourse in the blogosphere triggered by research on the role of conspiracist ideation in climate denial”  Furia ricorrente: il discorso cospirazionista nella blogosfera innescato da una ricerca sul ruolo dell’ideazione cospirazionista nel diniego del clima] poi detto R.F.2015 (nota 1)  di Lewandowsky, Oberauer, Cook e Marriott ai quali si sono aggiunti gli psicologi Scott Brophy ed Elizabeth Lloyd.  La ricorsività dev’essere un tema contagioso.

R.F. 2015 descrive in realtà tre studi complementari, eseguiti con metodi diversi

  • l’analisi di 172 commenti ripresi da R.F. 2013, anonimi, parafrasati e raggruppati nelle categorie “motivi discutibili”,  “vittimizzazione/persecuzione”, “sospetto a priori”, “nulla succede per caso”, “sbagliato per forza”, “auto-referenzialità” e, in più rispetto al 2013, “pensiero contro-fattuale irriflesso”;
  • un esperimento nel quale dottorandi di psicologia (ignoti agli autori di “Nasa faked the moon landing” e di R.F. 2013) hanno attribuito o meno 38 criteri di ricorsività a 508 commenti, raccolti anche da altre fonti. Soltanto il 10% è rimasto senza attribuzione, confermando così la correttezza dell’analisi;
  • un esperimento “in doppio cieco” in cui un secondo gruppo di dottorandi ha scritto una dura critica di “NASA faked the moon landing” sotto forma di commento adatto a un blog. Mischiati ai commenti raccolti in R.F. 2013, sono stati distribuiti a un terzo gruppo che ha valutato il complottismo o la sensatezza di ciascuno su una scala da 0 a 9. Anche in questo caso l’analisi di R. F. 2013 è stata confermata.

Così R.F. 2015 è diventato un articolo fiume, più robusto statisticamente della versione 2013 e altrettanto istruttivo. Parla della blogosfera anglofona, ma i motivi adotti per accusare migliaia di scienziati di falsificare i dati e di perseguitare il Galileo di turno somigliano a quelli che si leggono su siti italiani a proposito di scie chimiche, riscaldamento globale fermo dal 1998, fusione fredda o anti-darwinismo.

Però capita a tutti di essere complottisti e R.F. 2015 è istruttivo anche perché ci invita a pensarci due volte prima di cliccare “pubblica”.

(1) Titoli così lunghi andrebbero denunciati alla Lega per la protezione dei cronisti. 

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Illuminutti

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