Perdi di più se la slot machine è “umana”
Avere la sensazione di avere a che fare con un'altra “mente” piuttosto che con un algoritmo ti tiene incollato alla slot machine. E più a lungo giochi, più soldi perdi.
SCOPERTE – Gli esseri umani tendono ad attribuire caratteristiche umane – come la capacità di provare emozioni o di avere una coscienza – agli oggetti, ai fenomeni naturali, alle macchine. Così la pioggia ce l’ha con noi quando andiamo in vacanza e se la macchina non parte cerchiamo di convincerla a suon di “dai, bella, dai, forza, non puoi lasciarmi così”. E se vedessimo come più “umane” anche le macchinette per il gioco d’azzardo? Perderemmo molti più soldi.
Lo ha scoperto un team di ricerca formato da Paolo Riva, Simona Sacchi e Marco Brambilla del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Lo studio, pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Experimental Psychology: Applied, si è svolto in cinque sessioni di esperimenti e ha indicato che quando le macchine da gioco sono percepite come “più umane” il giocatore tende a giocare più a lungo e, di conseguenza, a perdere più denaro.
Il primo degli esperimenti ha dimostrato come le slot vengano percepite in maniera differente da non giocatori e da giocatori abituali. I secondi, infatti, chiamati a valutare frasi come “La slot machine può decidere di premiarmi ogni volta che vuole”, tendevano a percepire le slot come macchine pensanti per una percentuale piuttosto elevata. Dal secondo studio in poi i ricercatori hanno, quindi, voluto indagare se l’umanizzazione delle slot poteva portare a un aumento del gioco d’azzardo.
La metà dei partecipanti aveva a disposizione una slot machine tradizionale che presentava scritte del tipo “Ricorda che la slot machine è regolata da un algoritmo matematico pre-programmato per erogare un certo numero di vincite e di perdite”. L’altra metà, invece, era chiamata a giocare su macchine che avevano contenuti “più umani”, con testi come “Ricorda che la slot machine può decidere se farti vincere o perdere quando vuole lei”. I partecipanti esposti alla descrizione antropomorfa della slot machine hanno giocato di più, per un incremento medio del 45%. Sono rimasti alla slot più tempo degli altri , hanno investito, e perso, più denaro.
Il risultato di questa ricerca mostra chiaramente che disumanizzare la slot machine e riportare alla mente che la macchina è solo una macchina, rimuovendo così la componente più emotiva, potrebbe aiutare a ridurre le giocate. Ma c’è anche un piccola, sconfortante, evidenza collaterale. Ai partecipanti – circa 400 – erano stati dati 5 euro come budget da giocare e in entrambi i casi (slot machine tradizionale, slot machine più “umana”) i volontari, in media, hanno finito i test con meno soldi di quelli che avevano ricevuto inizialmente.
In Italia ci sono circa 414 000 slot machine (legali); 800 000 sono i malati di gioco d’azzardo, oltre 2 milioni gli individui considerati “a rischio”.
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Crediti immagine: Quinn Dombrowski, Flickr