WHAAAT?

Chiocciole nella cruna di un ago

Sono sette nuove specie e due di loro potrebbero essere le chiocciole di terra più piccole al mondo: la ricerca sulle microsnails riparte dalla Cina

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WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Sull’ultimo numero della rivista open-access Zookeys le chiocciole sono da record: i ricercatori della Shinshu University giapponese hanno appena descritto sette nuove specie, due delle quali potrebbero essere tra le più piccole chiocciole di terra mai descritte dalla scienza. Se le loro dimensioni normalmente variano dal millimetro ai 20 centimetri (misurando il diametro della conchiglia), di rado si scende al di sotto.

Nella provincia di Guanxi, sud della Cina, gli scienziati guidati da Barna Pall-Gergely hanno rivoluzionato il concetto di microsnails (chiocciole più piccole di 5 millimetri) mentre esaminavano dei campioni di terra prelevati alla base di rocce calcaree: si sono imbattuti in una serie di minuscole conchiglie vuote, color grigio chiaro, ben più piccole di un millimetro. 0,86 millimetri per la precisione se parliamo della nuova Angustopila dominikae, chiamata così in onore della moglie di Pall-Gergely e che potrebbe a tutti gli effetti essere riconosciuta come la specie di chiocciola di terra più piccola al mondo.

Finora di chiocciole così si sapeva ben poco e la scoperta ha fruttato agli scienziati la descrizione, insieme ad A. dominikae, di ben altre sei nuove specie (una di queste, A. subelevata, ha la conchiglia poco più grande di quella di A. dominikae, 0,87 mm).

Se questo team di ricercatori non è nuovo alle pubblicazioni tra le pagine open-access di Zookeys, con  paper che descrivevano altre nuove specie trovate tra Cina e Corea, Pall-Gergely e i colleghi ci tengono a sottolineare che per chi si occupa di piccoli molluschi non è affatto facile ottenere nuovi risultati; imbattersi in esemplari vivi è anzi piuttosto improbabile, di solito, e sappiamo ben poco dei rapporti evolutivi tra le varie specie -la maggior parte delle quali rimane probabilmente a oggi sconosciuta-. Soprattutto perché per lo studio delle specie tropicali di microsnail la parola chiave è endemismo: molti di questi animali sono infatti esclusivi di un dato territorio e gli scienziati devono perciò campionare aree geografiche enormi.

Lavorare con animali così particolari e “da record” non solo attira l’attenzione del pubblico per la loro peculiarità, suggeriscono i ricercatori, suscita anche un certo interesse per l’ambiente che li ha spinti ad adattamenti simili. È su scoperte come questa che si fondano gli studi sul nanismo negli invertebrati.

@Eleonoraseeing

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Dave Huth, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".