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Seguire il DNA per studiare le migrazioni dei popoli

Ideato un nuovo metodo che studia il DNA per ricostruire i movimenti delle popolazioni. Scoperti così i numerosi contatti dei popoli europei con quelli mongoli e africani

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RICERCA – Ricostruire eventi storici passati e in particolare i movimenti migratori delle popolazioni attraverso il DNA. Questa è la strategia di un team di ricercatori del’Università di Oxford che ha seguito le tracce di DNA per studiare le migrazioni dei popoli. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.

Nel corso della storia sono numerosissime le migrazioni delle popolazioni che hanno determinato la formazione di quelle attuali. Da sempre però i ricercatori si sono trovati di fronte a un grosso problema: ricostruire i movimenti senza poter fare affidamento a testimonianze e fonti. Ecco quindi che un gruppo di scienziati ha cercato di sviluppare un nuovo metodo di genetica delle popolazioni, basato sull’analisi delle varianti geniche. L’idea è quella di seguire queste varianti nelle diverse popolazioni e considerare la loro distanza reciproca all’interno dei cromosomi. In questo modo è possibile scoprire interessanti correlazioni anche fra popolazioni geneticamente molto simili tra loro.

Come testare questo nuovo metodo statistico?

I ricercatori hanno studiato i genomi europei  e quali eventi storici ne hanno determinato la formazione. La regione europea è stata studiata a lungo e sono quindi disponibili molti dati, sia dal punto di vista archeologico che da quello storico, che hanno permesso di verificare l’esattezza della ricostruzione dell’evoluzione genetica.

Ora che l’efficacia del metodo è stata testata, ha spiegato George Busby, tra gli autori dello studio “potrebbe essere applicato ad aree geografiche dove le testimonianze storiche sono invece scarse, perché la genetica potrebbe essere l’unico metodo d’indagine del passato”. Finora, con questo metodo, si è scoperto che le popolazioni europee sono venute a contatto più volte con quelle provenienti dall’Africa e la Mongolia. Per esempio molte odierne etnie della Federazione Russa, come i Ciuvasci e i Mordvini, sono venute in contatto con i popoli della Mongolia due volte in momenti successivi: una prima volta intorno al 1000 e una seconda volta nel 1200, in corrispondenza delle conquiste di Gengis Khan.

Questo nuovo e raffinato metodo di genetica di popolazioni, dunque, riesce a seguire la storia dei popoli, indipendentemente dai vincitori, cioè coloro che di solito scrivono la storia e la tramandano. Un ottimo mezzo per colmare i vuoti delle ricostruzioni storiche, quando ci sono poche fonti. “Studiando – ha concluso Busby – il DNA delle popolazioni e comprendendone i reciproci legami, la nostra analisi ci racconta la storia di tutti”.

@FedeBaglioni88

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Matt DeTurck, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88