Salva la Riserva Marina di Miramare
Raggiunta l'intesa tra Ministero dell'Ambiente e Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo: il Wwf potrà continuare le sue attività all'interno della Riserva Marina di Miramare.
ATTUALITÀ – Buone notizie per la Riserva Marina di Miramare, che finalmente può tirare un sospiro di sollievo e chiudere l’anno in bellezza. L’assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, ha confermato la notizia che circolava già da qualche settimana a proposito dell’emendamento salva Miramare. Sembra, infatti, sia stato firmato un accordo grazie al quale il WWF potrà continuare le sue attività di monitoraggio e divulgazione nell’Area marina protetta di Trieste.
Non sono ancora noti i dettagli dell’accordo tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dei beni culturali, ma la situazione della Riserva Marina è decisamente più rosea di qualche settimana fa.
“Il punto critico per noi è l’accesso al Bagno Ducale”, ci aveva raccontato Maurizio Spoto, direttore della Riserva di Miramare. “È da lì che il nostro staff entra in mare, teniamo tutte le attrezzature subacquee e facciamo i laboratori in riva al mare con i bambini”.
A inizio dicembre, però, il soprintendente Luca Caburlotto aveva deciso di sfrattare il WWF dalle sedi operative all’interno del Parco di Miramare. La concessione a titolo gratuito degli spazi del Castelletto e del Bagno Ducale era stata stabilita da un accordo del 1988 tra il Ministero dell’Ambiente e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, con la supervisione del Comune di Trieste. Rinnovata nel 1996, portava la scadenza di fine 2015. In un primo momento, a seguito di una serie di tavoli tecnici, sembrava che la Soprintendenza avesse acconsentito al rinnovo della concessione. A settembre 2015, invece, una lettera di Caburlotto intimava al WWF lo sgombero dei locali occupati e contemplati dall’accordo del 1996.
Subito, sia le Istituzioni che i cittadini si sono mobilitati per “salvare” la sede del WWF e mantenerla all’interno della Riserva Marina di Miramare. In tutta Italia, le aree protette sono considerate elementi di valorizzazione del territorio, punti di forza per il turismo culturale e contano con la collaborazione e l’appoggio dello Stato. A Trieste si era creato uno stallo, una diatriba di Stato (Ministero dell’Ambiente) contro Stato (Ministero dei Beni Culturali).
Con la decisione Caburlotto, le attività avrebbero subito un grande rallentamento, “se non addirittura un blocco”, continua Spoto, “soprattutto per ciò che riguarda la divulgazione rivolta alle scuole e al pubblico generico. Le attività scientifiche, seppur con qualche difficoltà, sarebbero continuate, magari accedendo all’Area marina protetta via mare”.
Nella zona del Bagno Ducale, il WWF gestisce un piccolo spazio dove organizza e presenta attività di educazione ambientale per le scuole. In particolare, in periodi come questo quando la marea è bassa, vengono organizzati laboratori hands-on di riconoscimento delle specie inter-mareali, presenti cioè in quello spazio che viene scoperto dalla marea ogni 6 ore. Si tratta di organismi particolari, come mitili, patelle e altri bivalvi, che posssono tollerare 6 ore all’aria e 6 ore sottoacqua.
Tra le attività divulgative che necessitano l’accesso al Bagno Ducale ci sono anche quelle subacquee e di seawatching. Sono molti i sub, triestini e non, che chiedono di scoprire le meraviglie marine nascoste sotto la superficie dell’acqua e ogni tanto aiutano il WWF con il visual census, cioè con il censimento e il monitoraggio delle specie ittiche. Certo, non sarebbe stato agevole partire dal Castello e attraversare tutto il Parco di Miramare con la muta da sub e le bombole di ossigeno, prima di raggiungere il mare. Per questo, il Wwf chiedeva come punto fermo di avere a disposizione il Bagno Ducale, considerando che il resto della costa è formato da un muraglione a picco subito sotto la residenza asburgica e dalla spiaggia delle scuderie, molto pericolante quindi poco utilizzata.
L’accordo firmato dai due Ministeri, quindi, è un bel regalo di Natale (in ritardo) non solo per il WWF, che potrà gestire più agevolmente tutte le attività, ma anche per i ricercatori, le scuole e il pubblico che frequentano la riserva di Miramare.
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