Città accessibili: Trieste, esempio virtuoso
Tra le città italiane, Trieste ha messo in atto una serie di progetti dedicati all'accessibilità, nel tentativo di migliorare la qualità della vita per tutti i cittadini e i visitatori.
SENZA BARRIERE – Qual è la città più accessibile d’Europa? Secondo la Commissione europea la risposta è Milano. Il capoluogo lombardo si sarebbe dimostrato più attento ai bisogni dei disabili, offrendo loro varie possibilità di impiego e la prospettiva di una vita indipendente. Così la Commissione europea lo scorso 3 dicembre, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, ha conferito alla metropoli italiana l’Access City Award 2016, il premio che ogni anno viene consegnato alla città europea più accessibile.
Tuttavia, Milano non è l’unico esempio italiano virtuoso. Anche altre città dimostrano da tempo grande attenzione nei riguardi delle difficoltà incontrate dai disabili e si adoperano per migliorarne la qualità della vita. Una di queste è Trieste. Il capoluogo giuliano, da qualche anno, sta ridisegnando la propria fisionomia, ripensando spazi e servizi a favore dell’accessibilità. I progetti di inclusione e di abbattimento delle barriere sono molti. A partire dal sinergico lavoro effettuato da Labac, il laboratorio per l’accessibilità, che dal 2013 opera come strumento di confronto e di rilevamento delle criticità cittadine, riunendo le competenze di più professionisti.
Al tavolo tecnico di Labac hanno preso parte più di 50 persone, tra architetti, ingegneri, funzionari, studenti, cittadini disabili e amministratori. In collaborazione con la Provincia, l’Amministrazione cittadina e con il supporto del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, si è dato il via a un vero e proprio progetto sperimentale di studio delle aree critiche della città. Su segnalazione del Comune di Trieste e dei paesi vicini, sono state individuate delle zone dove effettuare i sopralluoghi per conoscere le esigenze dei cittadini. Come Zindis (Muggia), Piazza S. Rocco (Duino-Aurisina), le zone limitrofe all’area di Cavana e a piazza Hortis; le strade tra Barriera Vecchia e piazza Sansovino, e le zone vicine all’Ospedale Maggiore e a piazza Niccolini (Trieste). Gruppi di lavoro di 12 persone, composti anche da cittadini disabili, hanno studiato a fondo queste aree analizzandone le possibilità d’accesso, le condizioni della mobilità e dei trasporti, il livello di fruibilità delle risorse cittadine e la gestione dello spazio pubblico e di quello privato. I dati raccolti, frutto di circa 1300 ore di lavoro, sono serviti per realizzare una mappatura dei gradi di accessibilità della città, al fine di definirne strategie e piani mirati al potenziamento. Il contributo di persone con disabilità sensoriale e motoria è stato indispensabile per avere una visione globale degli aspetti da modificare. La prossima sfida di Labac riguarda la realizzazione di un’app che metta a disposizione di tutti i dati e la mappa del livello di accessibilità di Trieste. Ciò consentirebbe ai cittadini disabili di muoversi seguendo il percorso più adatto alle proprie esigenze.
Ma i progetti in campo non finiscono qui. In collaborazione con i Vigili del Fuoco, sono state mappate le abitazioni dei residenti disabili, per consentire l’intervento immediato dei soccorsi in caso di necessità. Il Comune di Trieste, inoltre, è stata la prima amministrazione italiana ad adottare Pedius. L’app, scaricabile gratuitamente, consente alle persone sorde di effettuare telefonate, sfruttando delle tecnologie di sintesi e di riconoscimento vocale che traducono in messaggi di testo le parole dell’interlocutore udente, consentendo al disabile di leggerle sullo schermo del proprio telefono durante la conversazione. A questo si aggiunga il “Piano del traffico per i disabili”, che ha provveduto a mettere a norma gli edifici, che ha garantito la sicurezza delle aree pedonali e l’aumento del numero di parcheggi dedicati.
E, ancora, “Trasporto facile”, un’iniziativa della Provincia che vede Trieste tra i protagonisti. Il progetto in questione, oltre a migliorare la qualità della mobilità pubblica, punta a far crescere la presenza turistica di persone con disabilità, sfruttando anche le convenzioni con i trasporti privati.
La città, infine, guarda anche alla cultura. Il museo di Storia naturale di Trieste è il primo museo scientifico in Italia accessibile alle persone con disabilità intellettive. I curatori, in collaborazione con i disabili, hanno provveduto a dotare ogni sala di una comunicazione chiara, essenziale e immediata, affiancata a un “linguaggio per immagini” che ne facilita la comprensione, al fine di consentire a tutti di godere della bellezza delle esposizioni.
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