Mente e corpo: cosa c’è dietro alle diete estreme
Chi è molto controllato nell’assunzione dei cibi spesso manifesta precise problematiche a livello psicologico. Non si piace, non si sente bene, non ha fiducia in sé e nel mondo che lo circonda
SPECIALE APRILE – Manca poco all’estate e sulla rete impazzano decine di diete last minute, metodi estremi e a volte assurdi per perdere peso in pochissimo tempo in vista della fatidica prova costume. Quelle più in voga quest’anno le abbiamo riassunte qui e qui, pochi giorni di sacrifici a fronte di grandi risultati.
Ma cosa ci spinge ad avventurarci in una dieta di tipo estremo? Quali sono i comportamenti e i sentimenti alle spalle di una scelta così drastica? Lo abbiamo chiesto a due esperti in disturbi dell’alimentazione, il dottor Roberto Pagnanelli, medico psichiatra e psicoterapeuta, e la dottoressa Cristina Orel, psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo psicosomatico.
L’obiettivo più comune di una dieta estrema è dimagrire in fretta, in qualunque modo basta che sia subito. Ma quali sono le motivazioni latenti che controllano una scelta simile?
Il desiderio di piacere e piacersi, il bisogno di migliorare l’autoimmagine e la fiducia in sé stessi, la voglia di mettersi alla prova e di superare un impegno “grande grande”. A volte anche la prova costume, che rende impellente, giunti al mese di maggio, la necessità di perdere peso nel minore tempo possibile.
In generale, avventurarsi in una dieta di tipo estremo nasconde il bisogno di arrivare all’ipotetico risultato in modo veloce e repentino, convinti che così facendo si riuscirà a migliorare la propria qualità di vita e a essere accettati da sé stessi e dagli altri. Spesso non c’è un’adeguata valutazione delle possibili conseguenze, fisiche e psichiche, ma si è spinti solo dall’impulso impellente e pressante di perdere peso, unico obiettivo di vita in quel momento.
In quale fascia di età si manifesta più comunemente questo bisogno?
In questi anni, i disturbi della sfera alimentare sono cresciuti in modo esponenziale soprattutto fra i giovani, in parte a causa dei mass media e new media che promulgano in modo continuo e ossessivo moderni canoni estetici di bellezza basati sull’eccesso. Talvolta anche i meno giovani vengono coinvolti da questa smania di dimagrire e arrivare alla taglia sperata, persone in sovrappeso oppure donne di per sé già del peso corretto o addirittura sottopeso che iniziano a utilizzare diete estreme e prive di fondamento scientifico, spesso in modo autonomo e senza chiedere consiglio a uno specialista.
Attenzione alle diete fai da te, soprattutto per chi si sente in piena salute e magari non effettua da anni un controllo sanitario. Pazienti diabetici, ipertesi, con aterosclerosi devono prestare la massima attenzione e farsi seguire dai medici. Le carenze sul piano metabolico possono essere molto pericolose, non è possibile né salutare pensare di mangiare solo ed esclusivamente un tipo di alimento in modo univoco, evitando in modo rigido l’assunzione di nutrienti diversi. Se messo alle strette l’organismo reagisce con il cosiddetto effetto carestia: modifica i rapporti fra i singoli ormoni, altera il metabolismo dei grassi e degli zuccheri e, in ultima analisi, peggiora lo stato del soggetto. Il 15% delle adolescenti italiane non ha il ciclo mestruale a causa delle diete troppo rigide.
C’è il pericolo che un simile atteggiamento alimentare si trasformi in dipendenza?
I disturbi alimentari quali anoressia, bulimia e grandi abbuffate stanno effettivamente creando nuove forme di dipendenza, intesa come ipercontrollo o, viceversa, come totale perdita di controllo sul cibo. Se la vita è orientata solo ed esclusivamente al discorso cibo, successo e realizzazione possono dipendere dalla taglia dei pantaloni o della gonna.
A livello psicologico, quali caratteristiche accomunano i soggetti che si sottopongono a diete drastiche?
Ce ne sono diverse, dalla mancanza di equilibrio ai sensi di colpa, scarsa autostima, bisogno di affetto. In genere possiamo dire che i soggetti che scelgono diete estreme alternano momenti in cui si concedono di tutto, senza rinunciare a nulla, senza mettere limiti al piacere del cibo e alla gratificazione che ne consegue, a periodi autoimposti di digiuno dove invece non si concedono più nulla, soffrono e stabiliscono regole rigidissime da rispettare. A volte le ragazzine sono molto esigenti verso sé stesse e verso gli altri: pretendono regole, si autoimpongono di non sgarrare negli orari, vogliono essere precise e ordinate e si caricano di impegni pesanti, sia scolastici che sportivi, dove vogliono primeggiare. Se perdono il controllo o sgarrano rispetto a quanto si prefiggono, stanno male, si sentono in colpa e inadeguate. E per alleggerire il senso di colpa si puniscono con regimi alimentari “impossibili”, diete ferree e atteggiamenti di controllo.
C’è anche chi non si piace o non si accontenta di quello che è.
Qui entra in gioco l’autostima. Il sovrappeso è un indice di non accettazione e dimagrire diventa un valore morale, una qualità psicologica, un senso di forza e un controllo sulle proprie pulsioni che dovrebbe ristabilire l’equilibrio mancante. C’è poi la questione inconscia del bisogno d’affetto e del cibo come gratificazione. Un po’ come lo zuccherino che invoglia il cavallo a seguire le direttive del cavaliere, così anche gli esseri umani se fanno qualcosa di buono vogliono la ricompensa. Molti pazienti che soffrono di ansia trovano nel frigorifero il migliore ansiolitico naturale e chi richiede affetto, chi si è sentito trascurato da piccolo o non amato dai genitori, ottiene dal cibo la migliore gratificazione. Solo che la soddisfazione e il benessere durano poco e quindi si continua a mangiare fino al punto in cui si eccede.
Quando la bilancia ne risente, anche l’autoimmagine inizia a soffrire, non ci si può più vedere allo specchio e ci si sente in colpa. Scatta allora l’idea opposta, quella di dare un taglio netto alla cosa. La dieta drastica diventa allora la migliore esperienza possibile! Un po’ come chi deve smettere di fumare, lo deve fare tutto d’un colpo e basta, senza dar segni di cedimento. Così, nell’ottica della persona, le diete del “perdi 7 chili in 7 giorni”, la dieta del minestrone, la depurazione del fegato attraverso sostanze stimolanti che promettono di drenare le tossine di una vita in una settimana, sono quanto di meglio ci vuole per risolvere in un attimo i vari problemi. Solo che i danni sono dietro l’angolo.
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