Giornata Mondiale della Biodiversità
Il 22 maggio si celebra in tutto il mondo l’importanza del capitale naturale del Pianeta
ATTUALITÀ – Incorporare la diversità biologica nelle strategie e nei programmi nazionali e internazionali è il tema del 2016 per la Giornata Mondiale della Biodiversità. Compie quasi 50 anni la necessità di proteggere e preservare la variabilità di tutte le specie animali e vegetali, esplicitata per la prima volta alla conferenza di Stoccolma sull’ambiente umano nel 1972, per il beneficio delle generazioni future.
Nel 1992, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e sullo sviluppo, arriva la prima definizione di biodiversità: “l’espressione «diversità biologica» significa la variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi inter alia gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, e i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie, e tra le specie degli ecosistemi”. Questa definizione appartiene all’articolo 2 della Convenzione della Diversità Biologica, siglata dagli Stati membri che si impegnano a cooperare per la conservazione e l’utilizzazione durevole della biodiversità.
Anche l’Unione Europea ha dato il suo contributo. Definendo una strategia fino al 2020, si pone l’obiettivo di preservare la biodiversità, intensificando il contributo europeo per scongiurarne la perdita a livello mondiale. Tutte le 1900000 specie viventi svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema in cui vivono. E questa importanza non è solo di natura biologica o naturalistica, ma ha anche un risvolto economico e produttivo. La biodiversità è un vero e proprio serbatoio di risorse, dal cibo alle medicine, dall’industria alla lavorazione dei prodotti di origine animale, passando attraverso il turismo.
Secondo il dossier di Legambiente del 2015, in Europa, il 60% delle specie e il 77% degli habitat si trovano in uno stato di conservazione non favorevole e non sembrano capaci di centrare l’obiettivo generale, cioè quello di fermare la perdita di biodiversità entro il 2020. E in Italia? Cosa dice il barometro della vita? Per valutare lo stato della biodiversità nel nostro Paese, sono stati studiati 2807 campioni rappresentativi degli habitat diversi: terre emerse, acque dolci e mari. Sono stati studiati, quindi, alcuni animali appartenenti a questi habitat, come: spugne, coralli, squali, razze, coleotteri, libellule, farfalle, pesci d’acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. Sul totale delle specie, 596, cioè un quinto del totale, sono a rischio di estinzione. Per 376 specie, in particolare invertebrati o animali di ambiente marino, il rischio di estinzione è ancora ignoto, a dimostrazione del fatto che, su questi aspetti, c’è ancora molto da scoprire.
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