ANIMALI

Ricci di città, come proteggerli

Si sono adattati molto bene alla vita nelle aree urbane, ma ne subiscono le conseguenze: i monitoraggi della citizen science e piccole accortezze in giardini e parchi possono fare la differenza

Il riccio di città si differenzia dai suoi parenti di campagna non solo nel comportamento e nella fisiologia: si nutre in modo diverso ed è spesso soggetto a problemi di salute che un riccio campagnolo conoscerà di rado. Crediti immagine: TomaszProszek, Pixabay

ANIMALI – Tra gli animali selvatici che anche chi vive in città ha occasione di vedere, il riccio occupa certamente un posto d’onore. Un posto spesso mesto, perché non è raro vederli schiacciati sulla strada, dopo un tentativo di attraversamento finito male. È possibile che ci sia anche chi non ha mai visto un riccio se non in quella circostanza.

Eppure osservare questo animale in città non è più l’eccezione, ma la norma: al punto che le popolazioni nelle zone urbane sono anche più numerose di quelle delle aree rurali. Secondo gli scienziati, si tratta di una valida ragione per conoscere meglio -dunque capire come tutelare- una specie vecchia di 15 milioni di anni, con i suoi 20 o più centimetri tutti aculei.

Pur essendo una specie resiliente e adattabile, come gran parte della fauna selvatica anche il riccio soffre della perdita di habitat ed è minacciato dalla nostra presenza, in forma di automobile o non. La specie non è considerata minacciata né rara, ma le sue condizioni cambiano molto tra le varie aree geografiche. Nel Regno Unito, ad esempio, Erinaceus europaeus e le sue sottospecie sono nazionalmente in declino: secondo le stime potrebbe essercene circa un milione di esemplari, monitorati anche attraverso la citizen science grazie ai progetti della British Hedgehog Preservation Society.

Tra il 2003 e il 2012 il numero di ricci nel Regno Unito è crollato di almeno un terzo e questa situazione ha portato alla luce la necessità di istituire aree protette in cui non rischino di essere schiacciati dai veicoli o finire avvelenati dalle esche per topi.

ricci mappa conservazione
La mappa dei ricci di http://bighedgehogmap.org

Per capire come procedere nella protezione di Erinaceus europaeus, gli scienziati devono capire a fondo come si sia adattato così bene alla città. Per questo alcuni ricercatori dell’Università di Amburgo hanno dotato degli esemplari di trasmittenti sensibili alla temperatura, in modo da registrare i cambiamenti fisiologici più significativi.

Monitorando la temperatura di un riccio è possibile capire come e quando sfrutta la sua tana e quando va in ibernazione durante l’inverno, oltre a tracciarne l’attività e l’home range, quindi l’areale in cui si sposta durante i mesi più caldi. In città tendono a nascondersi nei giardini o nei parchi durante le ore diurne, ma è con il favore delle tenebre, intorno alla mezzanotte, che iniziano a sgusciare fuori dai loro nascondigli alla ricerca di cibo o di un compagno o compagna.

Lisa Warnecke e i colleghi hanno studiato le aree urbane più dense ma anche le strade di periferia, più quiete e meno trafficate, in modo da avere un quadro completo dell’ambiente tipo di un riccio cittadino. Che si differenzia dai suoi parenti di campagna non solo nel comportamento e nella fisiologia: si nutre in modo diverso ed è spesso soggetto a problemi di salute che un riccio campagnolo conoscerà di rado.

Riccio di campagna e riccio di città

“Abbiamo scoperto che i ricci cittadini, durante la notte, si spostano attraverso aree molto più piccole rispetto a quelli di campagna”, spiega Warnecke in un comunicato, “cinque ettari contro cinquanta. Inoltre modificano i loro ritmi di attività in base al livello di disturbo causato dagli esseri umani”.

Sorprendentemente, in città l’ibernazione si svolge grossomodo come in campagna per durata, intensità del sonno e frequenza dei risvegli. Questo nonostante le fonti di cibo siano più diffuse (tra tutte gli avanzi alimentari umani e il cibo per gatti lasciato all’esterno delle case) e non di rado le tane si trovino vicino a rumorose fonti di disturbo come grosse strade. Nonostante tutto questo, con i mesi più freddi i ricci entrano in uno stato chiamato di torpore, una condizione fisiologica di “risparmio energia” in cui la temperatura del corpo diminuisce e con lei l’attività metabolica. Torneranno a pieno regime con climi più favorevoli, quando ci sarà più cibo a disposizione.

Gli ambienti più importanti per i ricci di città sono giardini privati e parchi, spiega Warnecke, ricchi di vegetazione naturale e aree cespugliose in cui nascondersi in sicurezza durante il giorno. Tenere il giardino libero da oggetti potenzialmente pericolosi (come gli attrezzi da giardinaggio) è un’altra accortezza: la maggior parte dei ricci feriti in città si fa male a causa di recinzioni, palizzate o reti usate per coprire le piante.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Cibo extra per la fauna selvatica

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".