Zika e vaccino. Complottisti e teorie antiscientifiche sono già in campo
Secondo l'OMS durante il periodo delle Olimpiadi non dovrebbe verificarsi una grande diffusione del virus Zika, ma le autorità di salute pubblica dovrebbero monitorare anche la percezione pubblica del rischio prima e durante i giochi olimpici
SPECIALE AGOSTO – Per le Olimpiadi di Rio de Janeiro anche la scienza è in gioco con due opposti schieramenti: quello del “non luogo a procedere” e quello a favore del normale svolgimento. La posta in palio è molto importante: che effetti avrà l’evento olimpico sulla diffusione del virus Zika, visto che si terrà in Brasile, il Paese con il più alto numero di casi di microcefalia e malformazioni al sistema nervoso centrale dei nascituri? Vi sarà una propagazione del problema anche nei Paesi da cui provengono le migliaia di atleti che parteciperanno alle Olimpiadi? È chiara la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “agosto è inverno a Rio de Janeiro, il clima è fresco e secco, con temperature medie tra i 19° e i 26°C. Sebbene la zanzara Aedes aegypti sia presente durante tutto l’anno, la sua capacità di essere vettore di malattia si riduce molto quando le temperature sono al di sotto dei 22-24°C”.
WHO chief going to the Olympics, says Zika risk low https://t.co/utGT1ZgBgc
— Reuters Health (@Reuters_Health) July 29, 2016
Mentre l’OMS da un lato conferma l’assenza di rischio delle Olimpiadi di Rio nella diffusione del virus Zika ed elabora una serie di raccomandazioni per evitare il contatto con le zanzare portatrici del virus, dall’altro ritiene corretto il nesso causa-effetto tra esposizione al virus Zika delle donne incinte e i casi di microcefalia o malformazioni congenite al sistema nervoso centrale del feto. Questa posizione, che non esclude la possibilità di contrarre il virus, non può certo rassicurare gli atleti, che di giorno in giorno annunciano la non partecipazione all’evento per timore di contrarre il virus e trasmetterlo ai familiari. Tanto meno farà partire tranquille le centinaia di migliaia di persone che, da tutto il mondo, hanno deciso di arrivare a Rio de Janeiro per seguire dagli spalti le gare. In questa commistione di poche idee ma molto confuse, si fa strada la messa a punto di un vaccino contro il virus Zika.
Uno studio pubblicato lo scorso maggio sulla rivista Vaccine da un gruppo di ricercatori della John Hopkins University ha rilevato 138 513 post su Twitter in lingua inglese che dal 1° gennaio al 29 aprile 2016 contenevano le parole vaccine e un riferimento a Zika. In pratica, al crescere dell’attenzione dei media sul tema del virus Zika vi è stata una crescita parallela dei tweet che sostenevano teorie antiscientifiche sul vaccino, ancora mesi o anni prima che il vaccino sia eventualmente disponibile.
L’analisi dei tweet pseudoscientifici ha rivelato come le affermazioni riportate siano basate su preesistenti teorie antiscientifiche contro i vaccini. “Questo non fa che rafforzare sia le teorie correnti contro i vaccini sia potenzialmente ridurre le persone che si sottoporranno a vaccino contro il virus Zika nel momento in cui sarà disponibile”, affermano gli studiosi.
Le due teorie più dibattute nei tweet analizzati dai ricercatori americani sono relative alla Monsanto, “la terza più odiata azienda in America”, che viene accusata di produrre un larvicida, il pyriproxyfen, considerato causa di microcefalia nei bambini. La cattiva reputazione di cui gode Monsanto non fa che rafforzare questa credenza, sebbene la multinazionale americana non produca questo veleno e non vi siano studi che dimostrino una responsabilità di pyriproxyfen nell’insorgenza della microcefalia.
La seconda teoria ricorrente vede la microcefalia un effetto collaterale di vaccini già in uso, come il trivalente morbillo-parotite-rosolia o il vaccino contro tetano, difterite e pertosse. Questi vaccini altro non sarebbero che fonte di grossi introiti per l’industria farmaceutica e la messa a punto di un vaccino contro il virus Zika contribuirebbe ad aumentarli ulteriormente, dicono i complottisti.
Lo studio pubblicato su Vaccine, a detta degli autori stessi, non sarebbe considerato affidabile dalla comunità scientifica medica per il tipo di dati che prende in analisi. Tuttavia, sono proprio queste modalità di interazione tra complottisti, che denigrano l’importanza della vaccinazione, e false credenze sui vaccini, che hanno portato sia all’aumento di persone convinte della dannosità dei vaccini, sia alla diminuzione delle vaccinazioni stesse. Così come ha dimostrato l’epidemia di morbillo a Disneyland tra il 2014 e il 2015. Inoltre, gli autori sono preoccupati dal fatto che anche i media diffondono molte teorie pseudoscientifiche perché riportano affermazioni senza fare alcun tipo di analisi sulla loro veridicità. Per quanto riguarda la relazione tra un futuro vaccino contro il virus Zika e autismo, invece, “non vediamo una particolare attenzione, anche se questo non significa che su Twitter non esista. Tuttavia non è l’argomento più diffuso nelle conversazioni” ci racconta Mark Dredze, primo autore dello studio.
Abbiamo parlato con lui del problema.
Come dovrebbe essere condotta una campagna vaccinale contro lo Zika virus?
Le organizzazioni che si occupano di salute pubblica dovrebbero, come spesso fanno, parlare direttamente alle paure della popolazione. Dovrebbero conoscere quali sono le teorie pseudoscientifiche diffuse tra le persone e indirizzarsi verso queste nella comunicazione pubblica della salute.
Che cosa dovrebbe fare l’OMS per prevenire lo scetticismo verso il vaccino per il virus Zika?
Evitare la formazione di queste teorie antiscientifiche è molto difficile. Non si può mai sapere esattamente che cosa pensa la popolazione. Tuttavia, tenersi aggiornati su quali teorie stanno prendendo forma significa essere in grado di coglierle durante il loro formarsi e prevenire la loro eradicazione.
Quali rischi comporterà lo svolgimento delle Olimpiadi?
Se le Olimpiadi si svolgeranno come da programma, atleti e pubblico dovrebbero attenersi alle raccomandazioni delle autorità di salute pubblica prima di iniziare qualsiasi attività. Il monitoraggio dei social media può essere un modo per le autorità di tenersi aggiornati sulla percezione pubblica del rischio prima e durante le Olimpiadi.
Leggi anche: Zika, la situazione aspettando le Olimpiadi di Rio