Itinerari naturalistici vicino Modena: dal Secchia alle Salse di Nirano
Ciclovie, oasi faunistiche e riserve naturali in Emilia Romagna
SPECIALE LUGLIO – Continua il viaggio di OggiScienza nei possibili itinerari scientifici, naturalistici e ambientali da organizzare quest’estate. Vedremo qui di seguito tre possibili itinerari nel cuore dell’Emilia: intinerari immersi nella natura e percorribili a piedi o in bicicletta. I primi due sono a ridosso del fiume Secchia, il terzo è nell’Appennino sopra Maranello ed è il frutto di un fenomeno geologico unico e molto suggestivo.
Riserva Naturale Orientata Casse di Espansione del Fiume Secchia
Eccoci al primo itinerario. Tra le province di Reggio Emilia, Modena e Mantova scorre un affluente del Po, il fiume Secchia, che nasce nei monti dell’Appennino reggiano, più precisamente nel territorio comunale di Ventasso nei pressi dell’Alpe di Succiso in provincia di Reggio Emilia. Il fiume scorre poi per 172 km fino ad arrivare al Po vicino a San Benedetto Po, in provincia di Mantova. In pianura, a circa a metà del suo percorso, sono state collocate le casse di espansione, ovvero un’opera ingegneristica e idraulica il cui scopo è cercare di prevenire le alluvioni fornendo al fiume degli ampi spazi in grado di smaltire le piene. Le casse di espansione del Secchia sono entrate in funzione nel 1979 e si trovano in una area collocata tra i comuni di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, e Campogalliano, in provincia di Modena. Giunti a Rubiera e poco lontano dalla via Emilia è possibile accedere, a piedi o in bicicletta, nella Riserva Naturale Orientata che sorge proprio a ridosso della cassa di espansione.
Al centro della Riserva si trova uno specchio d’acqua permanente intorno al quale si snoda la pista ciclabile, ovvero un anello di strada sterrata ed erbosa di circa 5 chilometri di lunghezza, caratterizzata anche da qualche divertente saliscendi. Intorno all’acqua si trova un fitto bosco igrofilo tipico delle aree fluviali e ben poco comune nel resto della Pianura Padana. È anche possibile accorciare leggermente il giro ad anello intorno allo specchio d’acqua pedalando su una suggestiva passerella sterrata che divide a metà il laghetto. A ridosso di questa passerella è anche possibile pescare, mentre nel resto della Riserva la pesca è severamente proibita.
Il bosco è abitato da numerose specie animali come caprioli, faine, tassi e ghiri, uccelli come il rigogolo, picchio verde, gheppio, barbagianni e sparviere; nel prato possono sfrecciare delle lepri o ci si può imbattere in una Acrida turrita, un particolare tipo di cavalletta, o in rettili come il biacco, un serpente della famiglia dei Colubridi. Nelle acque convivono pesci introdotti artificialmente come il persico sole e specie tipiche dei canali della pianura, come la scardola. Da un po’ di anni si è accasato nelle acque della cassa di espansione anche il gambero della Lousiana, specie infestante e dannosa non solo per gli altri abitanti del sistema fluviale, ma anche per il fiume stesso: il gambero infatti scava profonde gallerie che possono danneggiare gli argini.
Ciclovia del Secchia e Oasi Faunistica di Colombarone
Gli appassionati di cicloturismo possono anche non limitarsi al percorso ad anello che circonda la cassa di espansione ma avventurarsi in un secondo itinerario. Percorrendo pochi chilometri da Rubiera e recandosi a Campogalliano (leggermente a nord) o a Marzaglia Vecchia (leggermente a sud) è possibile infatti immettersi nella Ciclovia del Secchia, una pista ciclabile lunga poco più di 90 chilometri di lunghezza che parte dalle foci del Secchia, nel mantovano, e che arriva fino a Sassuolo. La pista è una vera e propria immersione nella natura e per molti chilometri è tracciata direttamente sull’argine del fiume. In altri tratti, poi, si dipana nella campagna immediatamente attigua al corso d’acqua. È fortemente consigliato intraprendere questo percorso con una bicicletta adatta, sia essa una mountain bike o comunque una indicata per il fuoristrada, equipaggiata con ruote e copertoni capaci di resistere a fondi stradali in alcuni casi ben poco ospitali e di certo non consoni a biciclette da strada o da città.
La pista si trova nei territori modenesi e mantovani, eccetto una piccolissima digressione nel reggiano nei pressi di Rubiera proprio all’altezza della cassa di espansione. La pista è molto divertente da percorrere per una giornata di sport in mezzo alla natura poiché completamente immersa nel verde. È ben segnalata e facile da seguire. Quasi sempre la pista consiste in un sentiero sterrato e ghiaioso ma in alcuni tratti si pedala direttamente nell’erba. In certi momenti dell’anno, nelle zone più vicine alle acque del fiume – quindi soprattutto all’altezza delle casse di espansione – è possibile incappare in tratti fangosi che, soprattutto d’estate quando sono secchi, fanno sì che la traccia venga persa e il fondo diventi molto scosceso, causando diverse vibrazioni sul manubrio. L’itinerario ciclabile, quindi, soprattutto se percorso per molti chilometri, richiede una certa preparazione e anche un discreto equipaggiamento (acqua, bevande, cibo) visto che per lunghi tratti si pedala lontani da centri abitati e non sono presenti chioschi o punti ristoro.
Lungo il percorso della Ciclovia sono collocati diversi cartelli informativi sui luoghi circostanti, sul fiume e sull’ambiente floreale e faunistico dei territori attraversati dalla pista. Tra Rubiera e Sassuolo, nel territorio comunale di Formigine, ci si imbatte una piccola oasi chiamata Oasi Faunistica di Colombarone, sito di importanza comunitaria (SIC). L’Oasi è contraddistinta da una notevole biodiversità: sono presenti numerose specie di rettili, uccelli, mammiferi e anfibi. Inoltre, dettaglio da non sottovalutare per chi decidesse di intraprendere il percorso in bicicletta, all’altezza dell’Oasi è collocata una fontanella per bere e una panchina, ideali per una piccola sosta – anche perché, come detto, lungo la pista non ci sono punti ristoro organizzati: per trovare bar o ristoranti occorre scendere dall’argine e inoltrarsi nei paesini che si affacciano a ridosso del fiume.
Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano
Terza e ultima tappa di questo breve itinerario nel territorio modenese è la Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano. In questo caso ci troviamo sulle primissime colline di Fiorano Modenese. A pochi chilometri dalla fabbrica, dalla pista e dal Museo della Ferrari si estendono altri luoghi di interesse turistico come il castello di Spezzano e, poco più avanti, proprio la Riserva delle Salse, istituita nel 1982. Per la spiegazione scientifica del fenomeno delle salse ci affidiamo direttamente alle parole di uno dei primi cartelli informativi che contraddistinguono il percorso all’interno della Riserva: “Le salse sono emissioni di fango freddo prodotte dalla risalita in superficie di acqua salata e fangosa frammista ad idrocarburi principalmente gassosi (metano) ed in piccola parte liquidi (petrolio) lungo faglie e fratture del terreno”.
Questo fenomeno dà origine quindi ai caratteristici coni di fango che spuntano in questa area tra gli Appennini modenesi. Seguendo il percorso suggerito dalla Riserva ci si può recare a una distanza sufficiente per avvertire nitidamente il suono delle bolle che portano il fango a uscire, lento ma inesorabile, da questi “pseudo-vulcani”, di altezza variabile. Quello che vediamo nella foto qui sarà all’incirca un metro e mezzo.
Arrivati alla Riserva ci si può inoltrare a piedi negli itinerari suggeriti (cliccando qui è possibile vederne alcuni): una prima parte del percorso è costituita da una passerella delimitata da una recinzione a cui sono affissi cartelli informativi sui fenomeni geologici, sulla flora e sulla fauna della Riserva. È inoltre possibile percorrere sentieri più immersi nel verde che consentono una visita più lunga e approfondita della Riserva. I percorsi indicati devono essere seguiti con attenzione, senza mai scavalcare le recinzioni e senza avvicinarsi troppo ai coni di fango.
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