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LIBRI: La salute diseguale, di Michael Marmot

La disuguaglianza rende non solo meno ricchi ma anche meno sani. Nel suo ultimo libro Marmot trasforma questa evidenza in prevenzione

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“Il mio scopo”, scrive Marmot nel suo libro, “è mostrare l’evidenza di quello che possiamo fare per migliorare la vita delle persone, siano esse le più povere del mondo o coloro che vivono in relativo benessere”. Crediti immagine: Wikimedia Commons

LIBRI – Il fatto che le condizioni sociali ed economiche influiscano sulla salute di una popolazione è una cosa ormai nota. Basta un dato per verificare quanto affermato. Nel 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che l’aspettativa di vita in media sia pari a 71 anni.  Ma non è così per tutti i Paesi: ad esempio in Sierra Leone, complice la condizione di povertà del paese, l’aspettativa di vita non è superiore ai 50 anni.

Anche la stratificazione della società all’interno di un paese ricco genera un gradiente in cui la salute è più o meno preservata, procedendo da un’estremità all’altra dell’intervallo economico. L’estremità più povera è quella che sperimenta condizioni peggiori, un’alimentazione meno equilibrata e stili di vita poco sani. Ed è anche quella che più di frequente incorre in condizioni cronico-degenerative quali malattie cardiovascolari, tumori, broncopneumopatie.

9781408857991Prende le mosse da questi dati e da tali considerazioni sociali il libro La Salute Diseguale di Michael Marmot, la cui traduzione in italiano, pubblicata nella collana Saperi da Il Pensiero Scientifico Editore, è stata curata da Simona Giampaoli e Giuseppe Traversa con il coinvolgimento delle principali Scuole di Sanità Pubblica italiane. Nel libro, che è stato presentato proprio in questi giorni a Torino al Congresso Nazionale di Epidemiologia, trovano posto le situazioni familiari, l’istruzione, le condizioni di lavoro, l’anzianità e la criminalità. E ogni dato, sviscerato in tutte le sue implicazioni,  viene arricchito da episodi della vita di Marmot, che si intercalano alla narrazione come quadri dipinti con pennellate vivaci.  L’esperienza del medico inglese, che si fonda sull’andare a indagare le implicazioni della ricerca epidemiologica in termini di determinanti e disuguaglianze sociali nella salute e nella malattia, si traduce in un volume capace di dare l’impulso per introdurre un cambiamento in favore del benessere delle persone. “Il mio scopo”, scrive l’autore, “è mostrare l’evidenza di quello che possiamo fare per migliorare la vita delle persone, siano esse le più povere del mondo o coloro che vivono in relativo benessere”.

Non si tratta di fare ulteriori grandi avanzamenti nella medicina nè di pensare a grandi investimenti di tipo economico. L’epoca in cui stiamo vivendo ci sta offrendo un avanzato grado di conoscenza e la tecnica si sta esprimendo ad alti livelli. Tuttavia gli avanzamenti e le conoscenze rischiano di andare sprecati se si ignorano le cause e se non si interviene su quegli aspetti che, in modo evidente e provato, generano disuguaglianza anche nell’ambito della salute.

La disuguaglianza non è solo una questione economica, ma è anche una questione di responsabilità e di responsabilizzazione. Anche in quei paesi in cui l’accesso all’assistenza sanitaria è gratuito, persistono delle disuguaglianze. È dunque responsabilità della politica promuovere e incentivare i conportamenti salutari. È responsabilità del medico valutare le cause, che vanno oltre i meccanismi patologici, ma che comunque concorrono a una condizione di malattia. È un dovere creare le condizioni affinché ciascuno sia capace di fare scelte responsabili in favore della propria salute.

“Un messaggio centrale del libro di Marmot è che le cose possono cambiare, anche abbastanza rapidamente” commenta nella prefazione del libro Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma il libro è lontano dall’ideologia, perché è un ottimismo evidence-based quello che emerge dal volume.

@AnnoviGiulia

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.