L’era glaciale tarda, ma è sempre di moda
Un lettore chiede un parere sull'affidabilità del sito “Attività solare” dove viene dato per certo che sia iniziata un’era glaciale catastrofica per l’umanità
IL PARCO DELLE BUFALE – La direttrice di OggiScienza ha raccolto la richiesta su Facebook e l’ha passata alla custode del Parco, il cui sospiro un filino esasperato ha divelto due semafori, una magnolia secolare orgoglio del quartiere e una fila di platani e ippocastani orgoglio della città tutta.
Ancooora? Ma se il tenente colonnello Guidi di Climate Monitor ha già annunciato che l’era glaciale è iniziata nel 1999?
Però non si deve mai tradire la fiducia dei lettori e magari Bernardo Mattiucci, il perito elettronico di Attività solare e Homo sapiens hibernus, è un genio.
A prima vista no. Postula che
La CO2 come causa dei cambiamenti climatici è una “soluzione” estremamente moderna… e sbagliata. Non ci sono, infatti, prove scientifiche che legano la percentuale di tale gas all’aumento della temperatura media terrestre. Mentre è vero il contrario.
Grazie a un ferreo self-control, il sospiro della custode ha causato soltanto una grandinata di castagne sulle auto del viale.
Le “prove scientifiche” si accumulano in fisica e chimica da due secoli. Siccome le macchie solari diminuiscono dagli anni Settanta, il signor Mattiucci immagina che siamo entrati in un periodo simile a quello di Maunder, caratterizzato da inverni gelidi su parte dell’Europa e del Nord America. Qui se la sbriga con un breve rimando a una voce molto imprecisa di Wikipedia:
Il minimo di Maunder è il nome dato al periodo che va circa dal 1645 al 1715 che fu caratterizzato da una attività solare molto scarsa, ovvero una situazione in cui il numero di macchie solari divenne estremamente basso. (wikipedia)
All’epoca, il calo della temperatura aveva coinciso con quello dell’irradianza solare totale, giustamente evocata dal signor Mattiucci
Il calo odierno dell’attività solare è molto minore
e ha coinciso con i decenni più caldi mai registrati dal 1850.
Forse il signor Mattiucci ne è al corrente, perché appena dimostrato che il clima dipende dal cicli solari di 11 anni, offre una seconda dimostrazione, più complessa, che gli richiede di limitare l’anno terrestre all’inverno e il pianeta al polo Nord:
gli inverni dipendono dalla temperatura della zona artica e questa dipende, com’è stato ampiamente dimostrato scientificamente, dalle condizioni di pressione e temperatura di alcuni specifici punti del nostro pianeta… E tali dati vengono “monitorati” e indicizzati negli indici AMO e PDO.
Indice dell’Oscillazione Multidecennale dell’Atlantico, compilato dall’UCAR:
e dell’Oscillazione Decennale del Pacifico, curva blu, con in rosso l’alternarsi del Niño (corrente calda) e della Niña (corrente fredda):
Tali indici, com’è stato spiegato scientificamente, seguono dei cicli di circa 60 anni… durante i quali si hanno 30 anni di “caldo” e 30 anni di “freddo”. […]
Qualunque scienza l’abbia spiegato, nei mesi invernali non è successo
e nemmeno durante il resto dell’anno. Imperterrito, il signor Mattiucci ne deduce che
Noi, ora, stiamo iniziando il periodo di 30-40 anni di raffreddamento dell’artico.
A occhio, la custode direbbe che la temperatura del mare Artico è inversamente correlata ai cicli solari e oceanici
e forse lo direbbe anche il perito elettronico che aggiunge una terza spiegazione “scientifica”:
Il nostro pianeta riceve energia essenzialmente in 2 modi… Il primo è quello “diretto” tramite la radiazione elettromagnetica, il secondo è quello “indiretto”. Il pianeta, infatti, è protetto dalle radiazioni nocive, da un proprio Campo Magnetico Terrestre, che si espande nello spazio per migliaia di chilometri.
Con il fiato ormai corto, la custode sorvola sul modo “indiretto”, “nocive” e “migliaia di chilometri“.
Tale campo è “immerso” completamente nel Vento Solare… che tra l’altro, produce il Campo Magnetico Solare.
e sul fatto che semmai è il campo magnetico del Sole a produrre il flusso di particelle espulso dalla sua corona, detto vento solare.
L’interazione tra quest’ultimo e il Campo Magnetico Terrestre, comporta un certo trasferimento di energia verso il nostro pianeta… Grazie al Campo Magnetico e all’interazione di questo con il Vento Solare, si ha una riduzione dell’energia “dissipata” dal pianeta…
L’idea è poco originale e non sarebbe sbagliata se la Terra fosse priva di atmosfera e relativi gas serra. Non è così. Per verificarlo di persona, una notte il signor Mattiucci potrebbe aprire un paio di finestre sui lati opposti della propria abitazione, sentirebbe un venticello che non proviene dal Sole.
e il risultato è che periodicamente il pianeta (anche per altri motivi legati all’orbita planetaria) si raffredda fino a raggiungere una temperatura media di soli 6°C… oppure, come avvenuto 65 milioni di anni fa, si riscalda raggiungendo una temperatura media di oltre 30°C.
Le cause del riscaldamento avvenuto tra 65 e 55 milioni di anni fa sarebbero diverse, ciascuna con i propri margini d’incertezza: eruzioni vulcaniche a catena, spostamento delle placche tettoniche e conseguente rilascio di metano, variazioni dell’orbita e dell’inclinazione terrestre.
Nessuno di questi eventi si è verificato dall’Ottocento in poi.
Il ritornello del clima che è sempre cambiato – rantola la custode col poco fiato che le resta – serve da 25 anni a escludere che il cambiamento attuale sia dovuto alle nostre emissioni di CO2. Come per il signor Sorgenti, vice-presidente di Assocarboni, per il signor Mattiucci la causa di un effetto dev’essere una sola e sempre la stessa. Non è così. Per verificarlo di persona, un giorno potrebbe picchiarsi un alluce con un martello e battere l’altro contro una roccia. Diventeranno entrambi rossi, caldi e dolenti.
E ben gli starebbe!
Nei nostri articoli cerchiamo di semplificare i concetti e di non addentrarci troppo nei particolari tecnici e scientifici…
si congratula il signor Mattiucci che negli altri fa altrettanta confusione, prima di concludere con il complottismo di rito:
Purtroppo in TV le semplificazioni sono talmente tante, volute per precise motivazioni “socio-politico-economiche”, che tutte le variazioni climatiche sono state attribuite alla variazione della concentrazione di CO2 nell’aria. Variazione causata, a loro dire, dalle emissioni antropiche. Ma non c’è alcuna prova scientifica che ciò sia vero.
Ci sono prove innumerevoli, sbuffa la custode falciando inavvertitamente l’erba cipollina del balcone con il poco fiato che le resta.
La più eloquente è una prova a contrario. Quando si sottrae la radiazione termica riemessa verso il suolo dalla CO2 e altri gas serra, la temperatura media globale corrisponde alla curva rossa:
e rispecchia l’attività solare, le oscillazioni delle correnti oceaniche, le eruzioni vulcaniche, la variabilità naturale insomma. Nella realtà invece, la curva aggiornata a ottobre 2016 è questa:
e non c’è alcuna glaciazione in vista.
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