I primi animali sulla Terra? Non erano spugne, ma meduse
Una ricerca ha utilizzato un nuovo approccio per ricostruire l'albero filogenetico dei viventi, affrontando alcune delle questioni più controverse tra i biologi evoluzionisti.
SCOPERTE – L’intuizione che la vita delle specie sulla Terra possa essere rappresentata attraverso un diagramma ad albero è contenuta nel celebre schizzo di Charles Darwin, l’albero della vita, ovvero la “mappa” sulla quale i biologi dall’Ottocento in poi studiano l’evoluzione delle specie.
I momenti, o nodi, nel corso dell’evoluzione in cui un gruppo inizia a differire dall’altro dando vita a nuove ramificazioni sono spesso oggetto di controversie tra studiosi, ma una ricerca condotta dalla Vanderbilt University e dall’Università del Wisconsin-Madison ha introdotto una nuova strategia che, promettono i ricercatori, porterà a importanti cambiamenti nel prossimo futuro.
Lo studio ha analizzato il patrimonio genetico di diciassette esseri viventi tra piante, animali e funghi, oggetto di controversia tra gli studiosi di filogenetica. I ricercatori americani hanno messo a confronto il genoma di animali come tartarughe e coccodrilli, delle angiosperme nel regno vegetale e tre diverse specie di Candida nel regno dei funghi, solo per citarne alcuni.
Il primo risultato della ricerca pubblicata su Nature Ecology & Evolution è quello secondo cui il phylym dei poriferi, che comprende le spugne, non sarebbe il più antico gruppo del regno animale, ma dovrebbe invece cedere il posto agli cnidari, ossia alle meduse con i tentacoli, dando una risposta a uno degli argomenti più dibattuti tra gli evoluzionisti.
Tutti i moderni studi di filogenetica utilizzano enormi quantità di sequenze di DNA per stabilire relazioni tra gli organismi. “Quello che abbiamo fatto”, racconta Antonis Rokas della Vanderbilt University, “è stato focalizzarci su specifiche relazioni oggetto di dibattito tra due ipotesi. Abbiamo analizzato centinaia di migliaia di geni per capire quale tra le due ipotesi il singolo gene o nucleotide avvalorava maggiormente. Questo ci ha portato a due importanti scoperte: la prima è che togliere un unico ‘gene chiave’ può cambiare radicalmente l’attribuzione di un organismo. La seconda è che davanti a una delle questioni più dibattute, quella se gli organismi animali più antichi siano le spugne o le meduse, la nostra tecnica ha dato ragione alle meduse. L’analisi di otto differenti e ampie sequenze di DNA ha restituito questo risultato e siamo convinti che tale approccio sia in grado di risolvere altri casi controversi, portando il gioco della ricostruzione filogenetica a un nuovo livello”.
Leggi anche: Il suono delle città e l’evoluzione
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.