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L’aceto che disseta le piante

Se l'acqua manca, l'aceto diventa il rimedio delle piante per salvarsi dalla siccità.

L’effetto di diversi acidi organici sulla resistenza delle piante alla siccità dopo 14 giorni. Da sinistra a destra: acqua, acido cloridrico, acido formico, acido acetico, acido butirrico, acido lattico e acido citrico. Soltanto le piante trattate con acido acetico sono sopravvissute. Crediti immagine: RIKEN

AMBIENTE – La mancanza d’acqua a causa dei cambiamenti climatici globali può costituire un problema serio per organismi viventi di ogni genere, modificando il loro sviluppo e, nel caso delle piante, la produttività. Su questo si sono concentrati i ricercatori del RIKEN Center for Sustainable Resource Science (CSRS), che hanno scoperto un nuovo modo piuttosto semplice di aumentare la tolleranza delle piante alla siccità: l’aceto.

Lo studio, pubblicato su Nature Plants, riporta la loro scoperta di una nuova via biologica attivata in caso di mancanza d’acqua da parte di alcune piante. Tutto è nato dalla scoperta di un mutante di Arabidopsis, una pianta usata comunemente per gli studi di laboratorio, con una mutazione nell’enzima Hda6 che rende l’organismo più tollerante alla sete. I ricercatori sono andati “per tentativi” fino a scoprire che anche la Arabidopsis “normale” (senza mutazione) può essere rafforzata e diventare resistente alla siccità, se cresciuta nell’aceto.

Nelle piante che presentano la mutazione esiste un meccanismo che si attiva in condizioni di siccità scatenando la produzione di acetato, la molecola base dell’aceto. L’aggiunta di aceto può quindi rendere resistente alla siccità anche la pianta non mutata.

I ricercatori hanno anche eseguito analisi e prove su altre coltivazioni, scoprendo così che con un trattamento all’aceto anche mais, riso e grano sopravvivono meglio e di più. Ma quanto può aiutare l’aceto davvero? Dopo 14 giorni di siccità indotta, le piante non trattate sono tutte morte, mentre il 70% di quelle trattate è rimasto in salute.

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.