La ricetta segreta dei Romani per il cemento perfetto
Nonostante il contatto con l'acqua, che avrebbe dovuto dissolverlo in pochi decenni, il cemento degli antichi Romani è arrivato fino a noi. Cosa lo rende così speciale?
SCOPERTE – Acqua di mare, ceneri vulcaniche, calce viva, pietre vulcaniche “quanto basta”. Questa, pare, sia la ricetta (approssimativa) per un cemento perfetto, cioè quello degli antichi Romani, arrivato fino a oggi nonostante i 2000 anni che ci dividono. E paradossalmente quello stesso cemento è più resistente oggi di ieri.
Di norma, a contatto con l’acqua il cemento piano piano si dissolve, ma non quello degli antichi Romani. I ricercatori del Berkerley National Laboratory hanno studiato ai raggi X una serie di campioni provenienti da Orbetello, in Toscana, e sono riusciti a scoprire le doti di quella miscela e saperne di più sulle tecniche costruttive dell’epoca. Lo studio è stato pubblicato su American Minearologist.
La combinazione degli ingredienti usati dai Romani pare abbia prodotto una reazione detta “pozzolanica”. Sostanzialmente l’acqua di mare ha corroso la particolare miscela generando un nuovo minerale, la tobermorite di alluminio, che aggiunge coesione nella struttura del cemento, ne previene crepe e rotture, e salda il cemento rendendolo incredibilmente resistente.
La presenza della tobermorite ha sorpreso molto Marie Jackson, la ricercatrice che ha firmato a primo nome lo studio: “La tobermorite è molto difficile da creare”, spiega in una nota alla stampa. “Sintetizzarla in laboratorio richiede alte temperature e se ne riescono a produrre solo quantità minime. Nessuno riesce a produrre cristalli di tobermorite a 20 gradi centigradi…eccetto i Romani!”
Ma allora perché non produrre lo stesso cemento ancora oggi? Sfortunatamente l’antica ricetta originale è andata del tutto persa. Marie Jackson ha studiato un grande numero di documenti rimasti dai testi Romani, ma senza successo. La combinazione di ingredienti e le dosi esatte, per ora, sono ancora un segreto.
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