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La temperatura degli oceani e della Terra è aumentata più del previsto

La difficoltà di dimostrare in modo il più possibile oggettivo quanto sia aumentata la temperatura della Terra negli ultimi decenni è un problema di metodo cruciale per gli scienziati che si occupano dell’argomento.

Oggi, attraverso quasi 4000 sonde robotiche sparse in tutti gli oceani che si spostano a differenti livelli di profondità, è possibile misurare la salinità e la temperatura dell’acqua in modo uniforme e trasmettere i dati attraverso un satellite ai centri di ricerca. Crediti immagine: Pixabay

SPECIALE LUGLIO – Il fatto che sia rallentato l’incremento medio della temperatura non significa che il calore emesso dalla Terra nell’atmosfera non continui, inesorabilmente, ad aumentare. Un articolo apparso su Science Advances porta nuovi dati che dimostrano come la temperatura della Terra sia non solo  incrementata ma, soprattutto, più di quanto finora calcolato. Gli autori dello studio hanno preso in esame l’Ocean heat content (OHC), l’andamento della temperatura media degli oceani, che rappresenta il 90% del calore complessivamente rilasciato dal pianeta Terra nell’atmosfera.

Come già fatto da altri gruppi di ricerca, anche Cheng e colleghi hanno affrontato la questione dei diversi metodi con i quali si ottengono i valori della temperatura degli oceani. I risultati, infatti, possono differire in modo talvolta sostanziale da un periodo all’altro sebbene questo non metta in discussione il forte aumento del riscaldamento degli oceani negli ultimi decenni. Lo studio ha adottato un metodo innovativo, cercando di uniformare la variabilità dei dati dal 1950 al 2010 attraverso l’analisi statistica di subset temporali.

L’introduzione, nel 2000, del sistema internazionale Argo per il monitoraggio dello stato di salute degli oceani e dei mari ha rivoluzionato il lavoro degli scienziati. Oggi, attraverso quasi 4000 sonde robotiche sparse in tutti gli oceani che si spostano a differenti livelli di profondità, è possibile misurare la salinità e la temperatura dell’acqua in modo uniforme e trasmettere i dati attraverso un satellite ai centri di ricerca.

Gli autori dello studio di Science Advanced hanno confrontato, per precisi periodi temporali, i dati preesistenti al sistema Argo con gli attuali. Il risultato è che la temperatura degli oceani, a profondità diverse (tra 0 e 700 metri e tra 700 e 2000) è significativamente aumentata negli ultimi sessant’anni. In particolare, alla fine degli anni Ottanta si è registrato un importante aumento della temperatura tra 0 e 2000 metri di profondità rispetto al periodo 1960-1980. Inoltre, a partire dal 1998 il maggior aumento della temperatura si è registrato nell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Indiano e Atlantico, con una concentrazione nelle zone subtropicali. L’Atlantico e gli oceani sotto l’Equatore risultano essere le maggiori riserve di calore nonostante, complessivamente, rappresentino meno del 50% della superficie globale degli oceani.

Lo studio ha fornito questi dati grazie a un metodo statistico che evita di generalizzare su ampia scala i dati calcolati su periodi spazio-temporali limitati, aprendo così la strada a futuri sviluppi nella ricerca.

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Federica Lavarini
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne, ho frequentato il master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Sono giornalista pubblicista e scrivo, o ho scritto, su OggiScienza, Wired, La Lettura del Corriere della Sera, Rivista Micron, Il Bo Live, la Repubblica, Scienza in Rete.