Svelato il meccanismo con cui l’ossitocina rafforza i legami sociali
Secondo una recente ricerca l’ossitocina rafforzerebbe i legami sociali agendo sul rilascio di dopamina nel circuito neurale della ricompensa.
RICERCA – L’ossitocina, il neurotrasmettitore che regola l’attività e le funzioni di numerose aree del cervello, svolge un ruolo cruciale quando si tratta di percepire il valore gratificante delle interazioni con gli altri. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Science, che dimostra come il rilascio di ossitocina nell’area tegmentale ventrale (VTA) del cervello, uno snodo chiave nel circuito neurale della ricompensa, è responsabile delle sensazioni positive che promuovono la socialità.
Per arrivare a queste conclusioni, alcuni ricercatori dell’Università di Stanford, in collaborazione con il Dipartimento di neuroscienze della Johns Hopkins University e l’Istituto australiano Florey di neuroscienze e salute mentale, hanno studiato l’attività dei neuroni del nucleo paraventricolare (PVN), un centro neurale dell’ipotalamo, su esemplari maschi di topi. I neuroni PVN rilasciano ossitocina sui neuroni VTA e la loro attività era già stata associata al comportamento sociale in studi precedenti, ma i meccanismi precisi con cui questo avveniva non erano ancora chiari.
Lin Hung, che firma per primo l’articolo su Science, e colleghi sono intervenuti sul rilascio di ossitocina da parte dei neuroni PVN in topi sottoposti al conditioned place preference, un protocollo sperimentale utilizzato per studiare gli effetti gratificanti o avversi di una sostanza (per esempio una droga) o di un’esperienza (come il contatto sociale con un altro topo). Osservando il comportamento degli animali in presenza di altri topi, gli scienziati hanno concluso che il rilascio di ossitocina aumentava le interazioni fra i topi, mentre le diminuiva se veniva inibito. I ricercatori hanno anche dimostrato che l’effetto dell’ossitocina sulla socialità era mediato dalla produzione di dopamina, il neurotrasmettitore della ricompensa, che in questo modo rafforzava l’interazione sociale.
Come sottolinea la ricercatrice Stephanie Preston in un articolo di commento sempre su Science, la scoperta di Hung e colleghi è una boccata d’aria fresca, perché stabilisce per la prima volta un collegamento fra l’attività dell’ossitocina e i suoi effetti gratificanti in un contesto non direttamente riconducibile alla sfera “amorosa”. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare. “Dobbiamo chiarire nel dettaglio i meccanismi molecolari con cui l’ossitocina modula il circuito della ricompensa e l’attività della dopamina sui neuroni”, spiega Robert Malenka, ultimo nome della ricerca, “e dobbiamo capire quali esperimenti condurre sulle persone, in modo da verificare se gli stessi meccanismi si verificano anche nel cervello umano e contribuiscono alla sensazione piacevole che proviamo quando ci troviamo in compagnia dei nostri amici”.
Se gli studi sull’uomo confermassero questa scoperta, ossia che l’ossitocina rafforza i legami sociali agendo sul rilascio di dopamina nel circuito neurale della ricompensa, si aprirebbero nuovi scenari di ricerca, specialmente per quanto riguarda le malattie neurospichiatriche dove la socialità è compromessa, come succede nei disturbi dello spettro autistico. Ma non solo. “In un periodo storico in cui la tensione fra gli individui e i gruppi che hanno visioni del mondo diverse è altissima, cos’è più importante di capire cosa ci permette di stare bene l’uno con l’altro? Direi che per il bene della sopravvivenza della specie dobbiamo approfondire i meccanismi cerebrali che facilitano e promuovono la cordialità e l’empatia fra gli esseri umani”, conclude Malenka.
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