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Cosa sappiamo delle praterie

Dalle steppe russe alle pampas sudamericane, le praterie sono l’ambiente ideale sia per l’allevamento del bestiame sia per la coltivazione dei cereali.

SPECIALE OTTOBRE – I veld sudafricani, la puszta ungherese, le pampas argentine, le steppe russe: le praterie sono vaste pianure erbose diffuse nei climi temperati di tutto il pianeta. Impossibile dare una definizione univoca, anche a causa dell’origine storica di questo bioma. Diverse evidenze suggeriscono, per esempio, come alcune delle praterie degli Stati Uniti siano state create dalle tribù dei nativi attraverso gli incendi, e quindi non abbiano un’origine naturale.

Secondo la classificazione del WWF, il bioma delle praterie, savane e macchie temperate è caratterizzato da una vegetazione fatta di erbe o di arbusti. Il clima è temperato, con estati calde e inverni freddi. Le piogge sono moderate e il livello di precipitazioni annuali influenza l’altezza della vegetazione: in base alla quantità di pioggia si parla di praterie basse o di praterie alte. Nei climi semi-aridi si formano le praterie basse, o steppe. Questo bioma è tipico delle regioni con clima continentale, che si trovano lontane dagli oceani. Una delle steppe più importanti è la grande steppa eurasiatica, immensa distesa quasi del tutto priva di alberi, situata a sud delle foreste temperate di Russia, Mongolia, Ucraina e Cina e di altri paesi del continente asiatico. Nelle praterie alte le precipitazioni sono più frequenti, e si concentrano soprattutto nella tarda primavera e all’inizio dell’estate. La media annuale è compresa tra i 50 e gli 89 cm e le temperature oscillano tra i 30°C e i -20°C. Qui si formano pascoli con erbe più alte di quelle che crescono nella steppa. La siccità stagionale e gli incendi occasionali sono molto importanti per conservare la biodiversità, sebbene l’effetto non sia così drammatico come per la savana.

Il terreno delle praterie è scuro e profondo, con strati superiori più fertili. È ricco di nutrienti grazie alla caduta delle radici di molte piante: le radici che marciscono tengono insieme la terra e rappresentano una fonte di cibo per i vegetali. Ogni specie di erba, infatti, sopravvive meglio in determinate condizioni che dipendono dalla temperatura, dalle precipitazioni e dalle condizioni del suolo. Nelle praterie, la siccità, gli incendi occasionali e i pascoli impediscono agli arbusti di invadere il terreno e diventare stabili. Tuttavia, in alcune valli fluviali possono crescere pioppi, querce e salici, e piante non legnose, soprattutto centinaia di specie di fiori. Un esempio caratteristico della vegetazione delle praterie si osserva nelle pianure nordamericane, dove le graminacee rappresentano il 70-90% del totale della massa vegetale. Tra le piante si trovano la Nassella pulchra, la Bouteloua gracilis e la Bouteloua dactyloides, anche detta buffalograss. Tra i fiori si trovano l’astro, dalla tipica infiorescenza simile a quella delle margherite, la liatride, piante appartenenti alle specie Echinacea e Solidago, il girasole, il trifoglio e l’indaco. Grazie alle precipitazioni moderate e alla ricchezza del suolo, le praterie alte sono l’ambiente ideale sia per l’allevamento del bestiame sia per la coltivazione dei cereali.

Steppe e praterie nel mondo

Esempi di steppe e praterie si trovano in tutti i continenti. Nelle grandi pianure dell’America settentrionale e del Canada si hanno sia pascoli alti e abbondanti (a est) sia praterie basse (a ovest). In Sud America le pampas si estendono in una regione di 750 000 km2, compresa tra Argentina, Uruguay e la parte meridionale del Brasile. La zona orientale di questa area è caratterizzata da una maggiore umidità mentre a ovest predomina la steppa di chañar, che prende il nome dall’omonimo arbusto (Gourliaea decorticans). Simili alle pampas sudamericane sono le grandi pianure aperte del Sudafrica, dette veld (dalla parola afrikaans che significa prato). Nelle regioni in cui la vegetazione di arbusti è ricca si parla di bosveld. Oltre alla grande steppa eurasiatica, in Europa si trova la steppa pannonica, che attraversa Austria, Bulgaria, Ungheria, Romania, Serbia e Slovacchia. In Ungheria viene detta puszta, termine che deriva da un aggettivo che significa “vuoto, brullo, desolato”. L’arbusteto a mulga dell’Australia orientale è caratterizzato da pianure sabbiose e aride dove cresce la mulga, una pianta endemica di questo continente, che può avere la forma di un arbusto o un piccolo albero.

In Italia esiste un ambiente simile a quello delle steppe: l’Oasi delle Steppe Sarde. Si trova all’interno del sito di interesse comunitario Campo di Ozieri e pianure comprese tra Tula e Oschiri, nel comune di Mores, in provincia di Sassari. Gestita dal WWF Italia, questa area di otto ettari è caratterizzata da prati, pascoli, campi coltivati e vere steppe. Qui crescono graminacee e vivono gli uccelli specifici di quella regione. Tra i mammiferi  vi sono numerose specie endemiche, come la lepre e la donnola sarda.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.