SALUTE

OMS: bisogna eliminare gli acidi grassi saturi entro il 2023

Snack, gelati confezionati, prodotti dolciari e margarina minano la salute cardiovascolare. Ne parliamo con la nutrizionista Alice Cancellato del San Raffaele di Milano

acidi grassi trans

SALUTE – È passata un po’ in sordina ma si tratta di una notizia molto importante. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato il progetto REPLACE per eliminare gli acidi grassi trans dall’industria alimentare entro il 2023. L’obiettivo: migliorare la salute del futuro

Non è una sfida da poco. Stiamo parlando di sostanze presenti in molti alimenti industriali, dai dolciumi, fra cui diversi gelati confezionati, alle patatine, fino a tutti gli snack che accompagnano i nostri aperitivi. Ma anche la margarina che da più fonti, soprattutto blog o trasmissioni televisive di cucina poco informati sulla letteratura scientifica, viene erroneamente pubblicizzata come un’alternativa “sana” al burro.

Gli acidi grassi trans che minano la salute cardiovascolare

“Si tratta di un fraintendimento nato quarant’anni fa, quando hanno cominciato a essere messi sotto accusa i grassi animali, in primis il burro. La conseguenza è che è iniziata a passare l’idea che qualsiasi grasso che non avesse origine animale fosse più sano, inclusa la margarina. Ma nel tempo abbiamo capito che le cose non stanno così” spiega a OggiScienza Alice Cancellato, nutrizionista dell’IRCCS ospedale San Raffaele di Milano.

A distanza di decenni, oggi sono sotto accusa gli effetti – documentati ampiamente in letteratura – degli acidi grassi trans sulla nostra salute cardiovascolare. Secondo le stime dell’OMS, ogni anno il consumo di acidi grassi trans è co-responsabile di oltre 500 000 morti per malattia cardiovascolare.
“Il vero ‘nemico’ per la salute, che ognuno di noi può ricercare nelle etichette dei prodotti, è tutto ciò che è idrogenato” continua Cancellato.

“Oli vegetali parzialmente o totalmente idrogenati, per esempio. È il processo di idrogenazione che porta l’acido grasso, normalmente liquido, allo stato solido, utile per conservare meglio i prodotti industriali. L’atomo di idrogeno portato in posizione trans fa solidificare il grasso, così questo diventa nocivo. I grassi trans entrano in competizione con i grassi essenziali, omega 3 e omega 6, nella costituzione della membrana delle cellule”.

REPLACE, più attenzione acidi grassi trans negli alimenti

Il progetto REPLACE appena lanciato dall’OMS prevede sei azioni strategiche per eliminare gli acidi grassi trans dall’industria alimentare.

Il primo passo è la revisione (REview) della composizione dei prodotti presenti sul mercato, il secondo è la promozione (Promote) dell’utilizzo di grassi più sani e oli non dannosi come l’olio di oliva, possibilmente macinato a freddo. Il terzo passo è mettere a punto una nuova legislazione (Legislate), a cui devono seguire azioni di monitoraggio, sia nella produzione che nell’effettivo consumo di queste sostanze (Assess). Infine, lavorare sulla comunicazione alla popolazione, per aumentare il grado di consapevolezza fra la popolazione sulla necessità di essere consumatori attenti (Create) e migliorare l’aderenza a comportamenti più sani (Enforce).

Negli ultimi anni qualche paese ha iniziato a bandire, almeno sulla carta, gli acidi grassi trans dall’industria alimentare. Ad esempio imponendo dei limiti sulle concentrazioni di queste sostanze nei cibi confezionati. In Danimarca, negli ultimi anni, questo tipo di regolamentazioni hanno portato a un drastico calo della presenza di queste sostanze negli alimenti. La conseguenza è stata un altrettanto drastico calo nell’incidenza di malattie cardiovascolari.

Nell’attesa che il progetto dell’OMS inizi a prendere corpo traducendosi in politiche alimentari, qualcosa possiamo fare anche noi consumatori. Acquistando consapevolezza riguardo al problema e leggendo le etichette prima di acquistare un prodotto al supermercato.

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.