Maria Klenova, prima scienziata in Antartide
Oceanografa e geologa marina, Maria Klenova è stata la prima donna a condurre ricerche scientifiche nelle regioni antartiche.
Nei primi anni Cinquanta, in vista dell’Anno geofisico internazionale – indetto dal luglio 1957 al dicembre 1958 – migliaia di scienziati provenienti da oltre settanta Paesi si recarono in Antartide per condurre ricerche a bordo delle navi oceanografiche e mettere a punto le prime basi operative sulle coste del continente. Fra tutte le nazioni coinvolte, solo l’Unione Sovietica aveva una donna come membro ufficiale dello staff scientifico. Oceanografa e geologa marina, Maria Klenova (1898 – 1976) è stata la prima scienziata a condurre ricerche in Antartide, ma questo non è il suo unico primato. È stata lei a dar forma teorica alla geologia marina come disciplina autonoma (suo è il secondo libro mai scritto in quest’ambito), è tra gli autori del primo atlante antartico mai realizzato e nel 1929 è stata la prima donna in assoluto a guidare una spedizione oceanografica.
Dalla medicina alle spedizioni a bordo del Perseus
Maria Vasil’evna Klenova nasce nel 1898 a Irkutsk, città siberiana nei pressi del lago Bajkal. Figlia di un operaio e di un’infermiera, trascorre i primi anni a Ekaterinburg, al confine fra Russia europea e asiatica. Durante la prima guerra mondiale si trasferisce a Mosca, si iscrive alla facoltà di medicina e inizia a prestare servizio in un ospedale. Alla fine del 1917, quando scoppia la guerra civile a seguito della rivoluzione d’ottobre, si rifugia nella natia Siberia. Ben presto si rende conto che la medicina non è la sua strada e agli inizi degli anni Venti torna a Mosca per studiare geologia e mineralogia. Nel 1925 discute la sua tesi di laurea sotto la supervisione di Vladimir Ivanovič Vernadskij e quello stesso anno prende parte alla sua prima spedizione scientifica nel Mar Glaciale Artico.
Tra il 1925 e il 1935, Klenova viene coinvolta in dieci spedizioni a bordo del Perseus, la prima nave da ricerca sovietica. Nel corso di pochi anni, mentre nel resto del mondo alle donne era proibito prender parte alle spedizioni scientifiche marine, ben tredici scienziate vengono coinvolte nelle ricerche condotte sul Perseus. Merito di Ivan Mesyatsev, direttore dell’Istituto Oceanografico Sovietico, convinto sostenitore della piena uguaglianza di genere.
Klenova conduce studi geologici nei mari che circondano Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe e le isole Svalbard. Nel 1929 è la prima donna al mondo a guidare una spedizione scientifica a bordo di una nave. In questo periodo mette a punto una metodologia operativa per la realizzazione di carte batimetriche grazie a cui riesce, nel 1933, a realizzare la prima mappa completa del fondale del mare di Barents.
In Antartide
Nel 1948 Klenova pubblica Geologiya Moray (“Geologia del mare”), testo in cui descrive accuratamente le caratteristiche e il metodo di ricerca della geologia marina. È il secondo libro di sempre dedicato all’argomento dopo Umi no chigaku (“Geografia oceanica”), scritto nel 1944 dall’oceanografo giapponese Hiroshi Niino. Nel 1949 ottiene l’incarico di ricercatore presso l’Istituto di oceanologia Shirshov dell’Accademia delle scienze dell’URSS. Il suo lavoro include l’analisi della geomorfologia di numerosi fondali marini dell’Atlantico e dell’Artico.
Alcuni anni dopo, nel 1955, la scienziata chiede ufficialmente di poter prendere parte alla spedizione sovietica in Antartide prevista per l’anno successivo, in occasione dei preparativi dell’Anno geofisico internazionale, che si terrà dal 1° luglio 1957 al 31 dicembre 1958. La sua domanda non viene accolta. Il regime comunista è formalmente per la piena parità di genere, ma sono molti gli uomini che non vedono di buon occhio la partecipazione di una donna a una spedizione così lunga. Klenova riceve l’appoggio di Ivan Dmitrievič Papanin, direttore del dipartimento di spedizioni marittime dell’Accademia delle scienze, ma non è sufficiente; Vladimir Kort, direttore dell’Istituto di oceanologia, e soprattutto Michail Michajlovič Somov, capo della spedizione antartica, si dicono contrati alla sua partecipazione.
La motivazione ufficiale del rifiuto è il fatto che sulla nave non sono presenti cabine separate per le donne. In realtà per Somov la presenza di una donna sarebbe sconveniente perché limiterebbe gli uomini sotto vari punti di vista: non potrebbero avere “conversazioni maschili” e non sarebbero liberi di passeggiare per la nave svestiti. “Somov non aveva capito”, dichiarerà Klenova anni dopo, “che le sue argomentazioni volgari contro le donne a bordo della nave non erano un insulto a me, ma a se stesso e ai suoi compagni”. La geologa riuscirà infine a prender parte alla spedizione grazie all’intercessione di uno dei più importanti politici sovietici, Anastas Ivanovič Mikojan, suo vecchio amico.
Un altro primato
A bordo dei rompighiaccio Lena e Ob’, il gruppo di ricerca di cui fa parte Klenova effettua misurazioni oceanografiche nelle acque antartiche e sub-antartiche. All’inizio del 1956, nel Territorio Antartico Australiano, viene aperta la base Mirnyj, ancora oggi il più importante centro di ricerca russo in Antartide. Alla spedizione si aggiungono altre ricercatrici, ma a nessuna è concesso di avventurarsi sulla terraferma per effettuare studi e raccogliere campioni da analizzare. Sulla via del ritorno, prima di arrivare in Nuova Zelanda, la nave si ferma a Macquarie Island. In quell’occasione, Klenova ottiene un altro primato: è la prima ricercatrice in assoluto a cui viene concesso di scendere dalla nave.
Negli anni successivi e fin quasi alla morte, avvenuta nel 1976, Maria Klenova prende parte a decine di altre spedizioni e – ormai conosciuta e apprezzata dalla comunità scientifica internazionale – partecipa a importanti conferenze e incontri in tutto il mondo; a cominciare dal primo Congresso internazionale di oceanografia, tenutosi a New York nel 1959.
Oggi un cratere di Venere e tre luoghi del nostro pianeta portano il nome della grande geologa russa: la Klenova Valley, una valle oceanica situata a nord della Groenlandia, la montagna sottomarina Klenova, nel sud dell’oceano Atlantico, e il picco Klenova, in Antartide.
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