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Cosa vuol dire ipocondria?

Sempre più spesso usiamo parole importate dalla psicologia, ma qual è esattamente il loro significato? Scopriamolo con Bates Corner, il glossario minimo di psicologia

In epoca antica era un disturbo collocato nella fascia addominale del corpo. Proprio sotto (in greco, upò) alla cartilagine del diaframma costale (in greco, kondrion). Una parte del corpo, quella addominale e delle viscere, che per gli antichi greci era la sede dei sentimenti e delle passioni umane. Queste le origini etimologiche del termine ipocondria, che nel linguaggio comune fa riferimento a un disagio legato a una paura persistente ed eccessiva di avere una malattia grave o mortale.

L’essere umano è ipocondriaco da almeno due millenni. Troviamo il “male degli ipocondri” nei testi di Ippocrate, descritto come un disordine dello stomaco e della mente: i problemi digestivi sono associati a una forte tristezza e alla paura di morire. Ippocrate fa riferimento al dolore del malato senza fare una netta distinzione tra la sfera corporea e quella psichica. Per molto tempo, nella storia della medicina e della psichiatria, l’ipocondria non trova una classificazione univoca. Alcuni collocano il disturbo nell’ambito organico, altri nella sfera psichica. Per esempio, alla fine del 1700, Linneo inserisce l’ipocondria tra le malattie della mente, come malattia immaginaria.

Questa oscillazione tra la collocazione somatica e psichica accompagna a lungo la definizione di ipocondria. Alla fine del 1800, Emil Kraepelin, psichiatra e psicologo tedesco, suggerisce una distinzione tra hypochondria cum materia, per riferirsi al disturbo con sintomi reali ma esagerati, e hypochondria sine materia, ovvero il disturbo senza una base oggettiva.

Oggi, il termine ipocondria, che può suscitare l’idea del malato immaginario e che per certi versi può risultare stigmatizzante, è sparito dall’ultima edizione del Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V). Una nuova sezione chiamata Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati riorganizza i problemi ipocondriaci e restituisce la complessità del disturbo. Oltre alla presenza diretta o indiretta degli aspetti somatici vengono anche presi in considerazione gli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali.

Per sapere di più su questo tema, guarda questo video che fa parte della serie dal titolo Bates Corner, Glossario minimo di psicologia, in onore di Norman Bates, il protagonista della serie di romanzi Psycho di Robert Bloch, che molti conoscono per l’adattamento cinematografico Psyco di Alfred Hitchcock (1960).


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Giulia Rocco
Pensa e produce oggetti multimediali per il giornalismo e l’editoria. L’hanno definita “sperimentatrice seriale”.