LIBRI

“Il viaggio segreto dei virus”, di Ilaria Capua

Cosa sono i virus? Come sono fatti? Come si comportano? Viaggiano? Perché si trasformano? Come possiamo proteggerci? Ci risponde la virologa Ilaria Capua.

“Cara #Giorgia, questo libro lo dedico proprio a te perché sei curiosa e intelligente e hai bisogno di farti un’idea tutta tua su queste #PiccolePesti che colpiscono le piante e gli animali. Perché il peggior virus è quello dell’ignoranza! #GenZ #WomenInStem

Sul suo canale Twitter @ilariacapua dedica a sua nipote (e a tutta la Generazione Z) “Il viaggio segreto dei virus”. È un saggio di divulgazione scientifica per ragazze e ragazzi alla scoperta delle creature più piccole, dispettose e sorprendenti dell’universo (i virus), pubblicato da DeAgostini in un momento storico in cui è urgente porsi domande e cercare risposte accurate.

Cosa sono i virus? Come sono fatti? Come si comportano? Viaggiano? Perché si trasformano? Come possiamo proteggerci? In queste pagine ci risponde Ilaria Capua, scienziata che per oltre 30 anni ha diretto gruppi di ricerca nel campo delle malattie trasmissibili all’essere umano dagli altri animali. Grazie alla sua autorevolezza è diventata un punto di riferimento durante l’emergenza sanitaria causata da Covid-19.

Dizionario virale

Il primo capitolo funge da dizionario: qui comprendiamo il significato di alcune parole chiave come genoma, DNA/RNA, ospite e parassita obbligato, replicazione virale e mutazione genetica, epidemia e pandemia, anticorpi e antigene, zoonosi e ciclo di vita virale. Questi termini, una volta compresi, ci guidano all’ascolto delle storie dei virus, che sono storie di piante, di animali, di umani. Tra le righe di questi capitoli più narrativi cogliamo il concetto di “salute circolare” – ovvero la salute come un sistema integrato che include il benessere dell’uomo, delle piante, dell’ambiente – elaborato dall’esperienza del Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida, diretto da Ilaria Capua.

Undici storie

I concetti chiave vengono ripresi negli undici capitoli successivi dal carattere più narrativo. Qui leggiamo due storie di trasformazione, quelle della peste bovina e del morbillo e ci imbattiamo in una storia di viaggio, quella del West Nile Disease. Apprendiamo una storia di proliferazione, quella della malattia delle tartarughe marine, e scopriamo la storia vegetale di Banana Bunchy Top Virus. I capitoli conclusivi sono dedicati a virus che giovani lettori e lettrici potrebbero aver già incontrato tramite i media, letture, film: Zika, HIV, Rabbia, Ebola e Sars-Cov-2. I racconti sono arricchiti da testimonianze della famosa scienziata, che qui compare con la doppia veste di divulgatrice (riconoscibile nei box informativi molto accurati, chiari e sintetici), ma pure nella veste di scrittrice di gialli: essere virologa per certi versi è come essere una detective!

Il mistero dei corvi neri 

Nell’estate del 1999 accadde qualcosa di inquietante a New York. Corvi e merli cadevano dal cielo e giacevano morti sulla strada e sui marciapiedi. I newyorkesi non sembravano troppo allarmati. Erano abituati a trovare pennuti inerti lungo le strade, che confusi dai riflessi delle grandi vetrate si schiantano contro i grattacieli. 

Però – e nelle storie di virus c’è sempre un però che disturba la quiete iniziale – la moria di uccelli di quell’estate era impressionante ed erano tutti corvidi. 

La prima persona a ipotizzare che questo caso fosse di origine virale fu Tracey McNamara, anatomopatologa allo zoo del Bronx, specializzata nell’indagare  le cause delle morti degli animali. A settembre anche tre fenicotteri dello zoo morirono, seguiti da fagiano, aquila e cormorano. Le autopsie rivelarono danni al cervello: la causa poteva essere un virus o un altro agente patogeno. Intanto, nella sola città di New York,  ben 8 newyorkesi si ammalarono di encefalite in un solo weekend; un dato allarmante, perché molto vicino alle medie annuali di encefalite atipica. La coincidenza tra le morti animali e i contagi di esseri umani erano improbabili: fu così deciso di estendere la somministrazione di test anche per le malattie esotiche. La risposta fu sconvolgente: il virus che aveva infettato uccelli e persone era lo stesso e proveniva da oltre oceano. Si trattava del West Nile Disease, un virus che era stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1937 e che non era mai comparso prima negli Stati Uniti.

Carnet de voyage

Come aveva fatto il West Nile Disease a raggiungere la Grande Mela? La risposta fu trovata negli pneumatici rigenerati trasportati da navi merci da costa a costa. Gli pneumatici contenevano acqua stagnante, trasportando così anche larve di zanzare, vettore del virus in America. Scoprire da dove origina un virus e rintracciarne spostamenti e diffusione è essenziale per riuscire a bloccare un’epidemia sul nascere. 

E così arriviamo a dicembre 2019. Siamo a Wuhan, una città che conta 11 milioni di abitanti, con un aeroporto da cui ogni giorno partono centinaia di voli e migliaia di persone si imbarcano per raggiungere ogni angolo del globo. Quando il 23 gennaio 2020 scatta il lockdown mettendo in quarantena la città di Wuhan e la provincia di Hubei, il virus SARS-COV-2 è già in giro per il mondo da settimane. Nel ventunesimo secolo, gli esseri umani sono riusciti a scatenare una pandemia in pochi giorni, mentre l’influenza spagnola di inizio Novecento ci mise due anni a fare il giro del mondo.

Catapultati in un mondo nuovo

Il SARS-COV-2  è “il virus che ci ha catapultato in un mondo nuovo” e si presta per ribadire che “il pianeta Terra è un sistema chiuso. Se si presentano scompensi da una parte, anche l’altra ne risente”. Le sorti di tutti gli esseri viventi sono intrecciate, “le malattie vengono portate in giro per il mondo da ospiti vettori, grazie ai meccanismi della globalizzazione; le malattie di alcune specie fragili possono essere aggravate dall’inquinamento, dal degrado ambientale e del cambiamento climatico”.


Leggi anche: Hilda Geiringer, una vita per la matematica

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Veronica Ruberti
Laurea in Scienze Cognitive e master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. Adora gli albi illustrati, la radio e la loro evoluzione digitale. Lavora in Fondazione per la Scuola, si occupa di comunicazione e formazione docenti per una scuola innovativa, creativa e inclusiva. Ha raccontato curiosità scientifiche ai microfoni di Radio Capodistria nella rubrica Spicchio di Scienza, scrive di divulgazione scientifica per l’infanzia.