CULTURA

COSTUME E SOCIETÀCRONACA

Nel Neolitico l’odontoiatra curava con la cera d’api

COSTUME E SOCIETÀ - Capita che un pezzetto d'osso possa raccontare aspetti rimasti ignoti della storia dell'essere umano. Basta poco qualche volta, come in questo caso. È stata sufficiente una sola porzione di mandibola, per scoprire che un dente dell'Uomo di Lonche era stato curato utilizzando cera d'api. I pochissimi resti dell'Uomo di Lonche, rinvenuti in una grotta in Slovenia e risalenti a circa 6.500 anni fa, sono conservati nel Museo di Storia Naturale di Trieste e sono stati recentemente analizzati da un team composto da ricercatori del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste e delle università di Trieste, Napoli e Roma. Sono loro ad aver rivelato sulla rivista PloS One che nel Neolitico esistevano già i primissimi “dentisti” che utilizzavano materiali naturali per eseguire otturazioni, riparare denti scheggiati o tappare fessure che rendevano i denti sensibili
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Ischia, “l’Isola Verde”

La chiamano “l’isola verde”, forse per l’abbondante tufo verde di origine vulcanica, o per la rigogliosa vegetazione che lo ricopre. Di sicuro Ischia, la maggiore delle isole flegree che si affacciano sul Golfo di Napoli, è un piccolo gioiello naturalistico.
AMBIENTECULTURA

Cinquanta primavere, e non le dimostra.

NOTIZIE - La settimana scorsa, uno dei volumi fondamentali per comprendere le origini del pensiero ambientalista ha compiuto cinquant'anni. Pubblicato nel 1962 negli Stati Uniti, Primavera silenziosa ('Silent Spring' nell'originale inglese) della biologa Rachel Carson è ben presto diventato un classico dell'ambientalismo, oltre ad aver dato inizio, secondo alcuni, allo stesso movimento ambientalista moderno. Qual è oggi, a cinquant'anni di distanza dalla pubblicazione, l'eredità di Primavera silenziosa? Fin dalla pubblicazione, ebbe un impatto innegabile su temi di protezione ambientale e produzione agroalimentare e sollevò l'importante questione della tossicità dei pesticidi sulla salute umana e su quella di altre specie animali. La primavera silenziosa del titolo si riferiva appunto alla scomparsa di uccelli canori, causata secondo l'autrice dall'uso diffuso e sconsiderato di pesticidi. Il volume della Carson scatenò reazioni particolarmente vivaci nell'industria chimica (supportata dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti), ma rifletté anche le inquietudini del suo tempo (un periodo che vide la nascita della controcultura nordamericana): in particolare, il fatto che le tecnologie moderne, combinate con un consumismo vorace, causassero problemi ambientali mai notati prima di allora o, peggio, 'omessi' per interessi commerciali.
CULTURA

Déjà vu

“Un terremoto di magnitudo 4,1 in un’area come quella di Benevento non è preoccupante, è un’energia molto bassa rispetto alla potenziale sismicità dell’area.” A dire queste parole è Edoardo Cosenza, assessore regionale campano alla Protezione civile durante un vertice straordinario nella Prefettura di Benevento in seguito allo sciame sismico della notte precedente. E nell’incontro con la stampa, avvenuto a margine del vertice, aggiunge anche che “Lo sciame sismico è in fase decrescente.” Qui il servizio di NTR24: Sono parole molto simili a quelle pronunciate da De Bernardinis e colleghi al...
CULTURA

L’avventura della scienza raccontata ne “Il passaggio di Venere”

LIBRI - 1716. L'astronomo Edmond Halley lancia la sfida che doveva coinvolgere l'intero pianeta e cambiare per sempre il mondo della scienza. Secondo i calcoli astronomici di Halley, il 6 giugno 1761 Venere sarebbe passato davanti al sole e, per qualche ora, l'astro luminoso sarebbe apparso agli osservatori come un disco nero. Lo scienziato pensava che misurando l'ora esatta e la durata del transito, gli astronomi avrebbero potuto calcolare la distanza tra la Terra e il Sole e cominciare così a capire le reali dimensioni dell'Universo
CULTURA

“Piuttosto che un attimino” (parte II)

CULTURA - (Ecco la seconda parte dell'intervista a Valeria Della Valle, docente di Linguistica italiana alla “Sapienza”, Università di Roma. Qui trovate la prima) Chi ha il potere di dire che una forma considerata un tempo errore si è trasformata a tal punto da essere corretta? I linguisti non danno indicazioni, non dicono cosa sia corretto e cosa sia invece un errore. Nel nostro lavoro noi crediamo in una grammatica descrittiva e non normativa. Di conseguenza possiamo dire che il nostro compito è quello di osservare come è fatta la lingua in uso, analizzando le caratteristiche esistenti e le differenze tra parlato e lingua scritta, senza dare indicazioni in merito. Quello che ho appena detto è tuttavia vero solo in parte, visto che nei testi di grammatica vi sono regole e norme
CULTURA

“Piuttosto che un attimino” (parte I)

CULTURA - La lentezza non è di questo mondo, ma è di sicuro una caratteristica dei cambiamenti linguistici. Il passaggio da errore a regola grammaticale accettata, non solo avviene gradualmente e in tempi molto lunghi, ma difficilmente lo si nota, a meno che non ci si occupi proprio di linguistica. In un recente studio pubblicato su Language, Hendrik De Smet, ricercatore all’Università di Leuven in Belgio, ha approfondito alcuni passaggi graduali con i quali queste modifiche si rafforzano e prendono piede: si tratta di piccoli cambiamenti conseguenti a ciò che li ha preceduti e che trascinano con loro altre modifiche successive, sempre piccole, fino ad arrivare a differenze notevoli tra la forma di partenza e quella di arrivo. Lo studio, che si occupa della lingua inglese, prende in considerazione alcuni elementi grammaticali chiamati downtoners – i nostri diminutivi – e ne traccia il percorso. All but, per citare un esempio, si univa dapprima solo agli aggettivi, poi ai participi passati, avvicinandosi infine ai verbi, con cui ora si accompagna senza destare il sospetto che si tratti di un errore. Alcuni sostantivi, come fun e key – e in italiano “chiave” ha subìto la stessa simile sorte in termini come “il giocatore chiave”, “il ruolo chiave” e così via – sono diventati aggettivi, arrivando addirittura alla forma superlativa nel caso di funnest
eventi

Sciencecamp 2012, 29 settembre a Riva del Garda: noi ci siamo

Che lo si faccia solo per passione o (anche) per lavoro, alla fine quelli che, loro malgrado, si trovano a comunicare la scienza in Rete finiscono per entrare in contatto, prevalentemente attraverso i social network. Si parte con un pingback e alla fine si finisce per commentare sulle rispettive bacheche di facebook e a seguirsi a vicenda su twitter. E, inevitabilmente, nascono delle discussioni, il cui filo conduttore si può riassumere con: ma noi, alla fine, che ci stiamo a fare qui?
COSTUME E SOCIETÀ

Pro-memoria

Prima di riferire ricerche di bio-medicina o di neuroscienze oltre a far un giro su Retraction Watch, forse conviene (ri-)dare un'occhiata a quattro articoli. Sono gratuiti.
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