Il dolore ha a che fare con il nostro cervello e per questo chi se ne occupa e si prende in cura di pazienti che soffrono di dolore cronico ha solitamente l’aspetto del neurologo, o dell’algologo, il medico specializzato nella terapia del dolore, sia acuto sia cronico.
Farmaci tosti, confusione, paure: sono gli elementi che allontanano chi soffre di dolore cronico da una soluzione al loro problema. In Italia più volte si legge che manca una rete di riferimento, una figura professionale a cui rivolgersi e il paziente resta solo, magari incompreso. Ne abbiamo parlato precedentemente su OggiScienza con Franca Benini, per dare voce al suo progetto e tracciare una sintesi del panorama attuale.
Possiamo aggirarci nel nostro cervello, camminare su Marte o vedere un virus da vicino. Videogioco o scienza? Entrambi. Si tratta di un sistema di realtà virtuale che permette di vedere in 3D e muoversi in qualsiasi “ambiente scientifico”, sia esso un cervello umano sia un sito archeologico, utilizzando non l’invenzione, ma dati provenienti da Istituti di ricerca come la Nasa, e da esami diagnostici tipici delle neuroscienze come la risonanza magnetica
Il dolore fa bene: ciò che non uccide ti dà forza. Quante volte lo abbiamo sentito o detto a qualcuno che soffre, nella speranza di aiutarlo a resistere? È un problema culturale capace di ammorbidirsi solo davanti a pazienti al limite della sopportazione: oncologici, malati terminali.
In un settore di ricerca al momento molto appealing, fatto di belle speranze, frustrazioni, illusioni, e qualche vittoria, sembra che questa volta sia stato ottenuto un buon risultato.
Dobbiamo tornare indietro di 17 anni per vedere l’applicazione della tecnica del trasferimento nucleare dare vita alla famosa pecora Dolly, che ha fatto capolino su riviste e copertine patinate. Questo sistema ha permesso, come è noto, di ottenere una pecora con il patrimonio genetico identico alla madre, attraverso un sistema che implicava l’inserimento del DNA della cellula somatica della madre nella sua cellula uovo privata del nucleo. La procedura è stata portata avanti fino alla nascita di Dolly.
Accade più spesso tra i pesci: una volta puliti, senza pelle senza testa e senza interiora, sembrano tutti uguali e chi li riconosce più? La frode in campo alimentare non è una novità, le sostituzioni tra materie prime o semilavorati avviene a sfavore della qualità e per un maggior ritorno economico dell’azienda. Spesso, come ci spiega Agostino Macrì, responsabile della sicurezza alimentare per l'Unione Nazionale Consumatori, si tratta di derrate vendute a prezzi stracciati da fornitori che garantiscono sulla qualità del loro prodotto attraverso le scartoffie rilasciate in quantità industriali dai laboratori del Controllo Qualità presenti in ogni azienda e che quindi spesso non vengono più controllate. Una catena di carta che attesta una Qualità, a volte non così ovvia e scrupolosamente sotto osservazione.
CRONACA - I circuiti attivati nel cervello per leggere un testo in cinese e uno in francese, o in un’altra lingua alfabetica, sono gli stessi, come hanno dimostrato i ricercatori guidati da Stanislas Dehaene del National Institute of Health and Medical Reserach in Francia in uno studio pubblicato su PNAS . Identiche inoltre non sono solo le aree coinvolte ma anche i due network, quello visivo e quello motorio, presi in considerazione dallo studio, anche se con intensità differenti tra ideogrammi e alfabeto. Aver considerato occhio e mano – e non udito, come nelle ricerche precedenti – ha quindi permesso di dare una svolta ai circuiti cerebrali in funzione e alle caratteristiche universali della lettura.
Per comprendere meglio questi processi e i risvolti pratici dello studio abbiamo intervistato Alfonso Caramazza, direttore del Laboratorio di neuropsicologia cognitiva dell’Università di Harvard e del Centro Interdipartimentale Mente–Cervello dell’Università degli Studi di Trento.