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La performance ambientale dell’Italia

AMBIENTE - Italia, Rimandata in ambiente. È questa la pagella dell'Ocse, che ha valutato le politiche ambientali attuate dal nostro Paese. Nonostante i progressi compiuti, l'Italia deve ancora risolvere o quanto meno affrontare problemi ambientali, come l'inquinamento dell'aria delle città, l'aumento della produzione di rifiuti, lo sfruttamento delle acque sotterranee, l'inquinamento delle falde acquifere e l'erosione del suolo. Dal rapporto, che ha analizzato l'evoluzione dei principali indicatori ambientali, emergono alcune criticità. Nonostante le emissioni atmosferiche di sostanze inquinanti siano diminuite più che negli altri Paesi Ocse, più della metà delle...
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ll pedaggio? Dipende da quanto inquini

AMBIENTE - Più inquini, più paghi. È questo l'orientamento che l'Unione europea suggerisce per incoraggiare l'utilizzo e lo sviluppo di metodi di trasporto delle merci più salutari. Secondo le stime dell'Agenzia europea per l'ambiente (AEA), in Europa, l'inquinamento atmosferico causato dal trasporto su strada costa, in termini di salute, circa 100 miliardi di euro all'anno, di cui 43-46 attribuibili agli automezzi pesanti. L'analisi dell'AEA comprende i costi medi dell'inquinamento per 66 differenti classi di automezzi su tre diverse tipologie di strada (suburbana, interurbana e autostrada) in 30 Paesi e 108 città.
COSTUME E SOCIETÀCRONACAINFOGRAFICHE

Cibo sprecato

CRONACA -Ogni tanto capita anche a me. Nonostante non sia un’amante delle scorte alimentari e sia molto attenta al pareggio di bilancio tra il cibo acquistato e il numero di pasti da cucinare, quella vaschetta di gelato, dimenticata in freezer da qualche mese, è finita nella spazzatura. Secondo uno studio sullo spreco domestico realizzato da Last Minute Market e Università di Bologna, 6 italiani su 10 buttano il cibo almeno una volta alla settimana, 1 su 10 addirittura una o due volte la settimana. In un anno, secondo l'Eurostat, arriviamo a sprecare 149 kg di cibo a testa
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Terreni che scompaiono

AMBIENTE - Sepolti dall’asfalto e dal cemento per costruire strade, case e industrie. È questo il destino, sempre più frequente, dei terreni agricoli o vergini. A dirlo è l’ultimo rapporto Ispra sul consumo di suolo in Italia. Solo negli ultimi 5 anni sono stati consumati 8 metri quadri al secondo. Per dare un’idea più concreta, è come se ogni 5 mesi venisse cementificata una superficie pari a quella della città di Napoli e ogni anno sparisse una superficie pari alle città di Milano e Firenze messe insieme. Dal 1956 al 2010, il consumo del suolo è passato da 8.000 kmq a più di 20.500 kmq. Una crescita che non può essere spiegata solo con la crescita demografica: se, infatti, nel 1956 andavano persi 170 mq per abitanti, nel 2010 sono più di 340 mq. Tra le regioni più cementificate, in testa c’è la Lombardia, seguita dal Veneto e dalla Puglia. Nel complesso sono ben 15 le regioni che oltrepassano abbondantemente il 5% di suolo asfaltato o cementificato
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Impianti industriali a rischio

AMBIENTE - Impreparati all’emergenza. In Italia sono più di 1.100 gli impianti industriali, dai petrolchimici alle raffinerie, che in caso di incidente o di malfunzionamento possono provocare incendi, nubi tossiche, contaminazioni dei suoli e delle acque, interessando i territori di 739 comuni. Di questi solo il 29% sono potenzialmente preparati ad affrontare un’eventuale emergenza. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Legambiente “Ecosistema rischio 2012”, che ha sondato il livello di preparazione delle amministrazioni comunali nella gestione del rischio antropico. Attraverso un questionario dettagliato, inviato ai 739 comuni interessati, Legambiente ha...
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Investimenti in crisi nelle rinnovabili

AMBIENTE - Tempi di crisi, anche per le energie rinnovabili. Nel 2012 gli investimenti a livello mondiale sono diminuiti dell'11% passando dal record 2011 di 302 miliardi a 268,7 miliardi di dollari. Secondo lo studio realizzato da Bloomberg New Energy Finance sono stati soprattutto i tagli agli incentivi, decisi praticamente da tutti i Paesi più sviluppati, e le incertezze normative a causare le maggiori flessioni
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L’ambiente e le tasse

AMBIENTE - Le tasse ambientali pagate dai Paesi dell’Unione Europea, secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Eurostat, hanno raggiunto i 292 miliardi di euro, circa il 2,4% del Prodotto interno lordo comunitario. A incidere maggiormente sono le tasse sull’energia, pari al 75% del totale, seguite da quelle sui trasporti (21%) e infine dalle imposte per l’inquinamento e l’uso delle risorse (4%). Tra i Paesi europei che pagano più tasse, in termini assoluti, ci sono la Germania, l’Italia, la Gran Bretagna e la Francia. Rapportando la tassazione ambientale al Pil, la maggior parte dei Paesi presenta un’incidenza tra il 2 e il 3%. Più alta in Danimarca, nei Paesi Bassi e in Slovenia dove le tasse sull’ambiente sono pari al 3,6-4,0% del Pil
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Il costo dei disastri naturali nel 2012

AMBIENTE - Un conto da 160 miliardi di dollari, circa 122 miliardi di euro. Ecco a quanto ammontano i danni causati dai disastri naturali avvenuti in tutto il mondo nel 2012, secondo il rapporto della compagnia assicurativa Munich Re che traccia un bilancio delle perdite economiche dovute a terremoti, inondazioni, uragani e siccità. Il 2012 si chiude meglio del 2011, anno in cui i devastanti terremoti in Giappone e Nuova Zelanda hanno fatto aumentare i danni fino a 400 miliardi di dollari. Anche in termini di vittime, nel 2012 hanno perso la vita a causa delle catastrofi naturali 9.500 persone, un numero ben inferiore alla media dell’ultimo decennio, pari a 106.000 vittime all’anno
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La politica ambientale del governo Monti

POLITICA - Tempi di bilancio, anche per l’ambiente. In occasione della conferenza stampa di fine anno tenuta dal presidente Mario Monti il 23 dicembre 2012, sono stati pubblicati sul sito del Governo una serie di documenti di sintesi sull’azione e sui provvedimenti approvati dal governo tecnico nei diversi ambiti. Relativamente all’ambiente, l'esecutivo guidato da Monti afferma di aver semplificato molte normative complesse che rendevano inattuabili interventi per la difesa dell’ambiente e di aver predisposto meccanismi di finanziamento dell’economia verde. Gli interventi principali hanno riguardato lo sblocco del risanamento delle aree industriali...
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