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Fermare il mercato nero dell’avorio, una manciata di elefanti alla volta

Negli anni l’interesse degli esseri umani per l’avorio ha abbondantemente superato gli sforzi per impedire l’assassinio degli elefanti: zanne strappate per fabbricare gioielli, tasti di pianoforti, oggetti religiosi, souvenir, amuleti, manici di pugnali o pezzi d’arte. Un materiale pregiato e pagato a caro prezzo, quello del sangue, e a peso d’oro: solo nel 2012 infatti la stima è stata di 96 elefanti cacciati di frodo ogni giorno, per rispondere alla crescente richiesta d’avorio, in particolare modo da parte dell’Asia.
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Bushmeat e l’effetto a catena nelle foreste tropicali

AMBIENTE - Gli ecosistemi naturali sono permeati da un fitta rete di interazioni, dirette e indirette, tra i diversi organismi che vi vivono. È stato infatti spesso mostrato come la perturbazione di un elemento possa comportate effetti inaspettati sulle altre componenti della comunità ecologica. In questi giorni la rivista Proceedings of the Royal Society of London B: Biological Sciences mostra uno straordinario esempio di come le attività umane che si abbattono su un componente della comunità biotica possano avere profonde conseguenze a cascata sull'intero ecosistema. Il caso in esame riguarda la caccia a scopo alimentare dei primati, incluse alcune antropomorfe, in Nigeria: come accade in diverse nazioni dell'Africa centrale, anche qui numerose specie di scimmie sono in rapido declino demografico a causa del continuo prelievo da parte delle popolazioni umane locali, che li chiamano bushmeat