L’introduzione dell’allevamento delle lumache giganti in Nigeria potrebbe avere un impatto positivo sulla popolazione umana e su quella dei gorilla
NOTIZIE – Se come chi scrive andate pazzi per le escargot, sarete felici di sapere che le lumache non solo sono più nutrienti e sane del manzo, ma che anche possono contribuire alla salvezza dei gorilla africani. E, ancora più importante, dare una mano alla sopravvivenza e alla salute dei bambini nigeriani.
Il Wildlife Conservation Fund (WCS) sta attualmente testando la possibilità di introdurre l’allevamento di lumache (una specie gigante tipica del continente africano, la Archachatina marginata) nell’intento di distogliere la popolazione locale dalla pratica della caccia di frodo ai gorilla. L’attenzione è in particolare rivolta ai gorilla di cross river, (Gorilla gorilla diehli) la cui popolazione è ormai ridotta a circa 300 esemplari e dove la perdita di anche un solo individuo è potenzialmente letale per la specie.
La Nigeria è un paese poverissimo, e non si può certo condannare chi pratica la caccia di frodo per la carne dell’animale (che in genere viene mangiato o rivenduto a circa 70 dollari a capo). Il WCS spera che l’introduzione dell’allevamento di lumache possa sia diventare un fonte importante di proteine animali a scopo nutrizionale, sia una fonte alternativa di reddito, distogliendo i locali dalla caccia ai gorilla.
Molti studi negli anni passati hanno dimostrato che le lumache giganti sono una fonte importante di proteine animali (ne contengono addirittura di più della carne di manzo) e di elementi minori (come sali minerali) necessari per un corretto sviluppo dell’organismo umano. L’allevamento delle lumache è inoltre meno costoso, meno impegnativo, e ha un più basso impatto ambientale di quello dei tradizionali quadrupedi mammiferi, come mucche, pecore, capre, maiali. I costi annuali stimati dal WCS (per un allevamento adatto a una famiglia media della zona) si aggirano attorno agli 87 dollari all’anno, con un guadagno netto di 413 dollari annui.
Se l’esperimento avesse successo non solo contribuirebbe a salvare i gorilla nigeriani, ma avrebbe un impatto positivo sulle condizioni di nutrimento della popolazione, soprattutto quelle dei bambini di queste zone poverissime.