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Killer sì, ma ultraveloce

CRONACA - Ne abbiamo fatta di strada da quando, nel 1665, Robert Hooke avvicinò l'occhio a un primo, rudimentale microscopio e descrisse la particolare struttura a "piccole celle" (cellule) di un pezzo di sughero. Oggi come allora, basta avere a disposizione uno strumento o una tecnica un po' più sofisticati dei precedenti per accedere a un mondo di conoscenze inimmaginabili. Così, grazie a una telecamera ad alta velocità, un gruppo di ricercatori del Laboratoire interdisciplinaire de Physique dei Cnrs di Grenoble, è riuscito a "catturare" i dettagli del meccanismo fisico con cui le utricolarie, piccole e diffusissime piante carnivore acquatiche, intrappolano le loro prede
CULTURA

L’albero della vita

CULTURA - Un viaggio sulle tracce dell'avventura umana e scientifica di Charles Darwin, il celebre naturalista inglese. Un’esposizione per conoscere gli antenati delle forme di vita presenti oggi sul nostro pianeta attraverso exhibit interattivi e percorsi didattici. È “L’Albero della Vita”, una mostra itinerante inaugurata oggi a Gorizia, presso il Palazzo Attems Petzenstein, e aperta al pubblico fino al 19 giugno 2011. Promossa e realizzata dalla Provincia di Gorizia, i Musei Provinciali di Gorizia e Codice. Idee per la cultura, “L’albero della vita” è un percorso alla scoperta dell’evoluzionismo attraverso gli occhi di Charles Darwin: un viaggio attorno al mondo, ma anche un avvincente viaggio della mente.

Natura blasfema

CRONACA - Da secoli, per assicurarsi piogge abbondanti per le colture, gli indigeni Zoque nel periodo pasquale si spingono nel profondo della grotta sulfurea Cueva de Villa Luz per implorare le loro divinità sotterranee. Loro malgrado, i pesciolini che hanno colonizzato le sorgenti di queste grotte sono per qualche motivo ritenuti un dono degli dei, e pertanto il rituale primaverile prevede che nell'acqua sia gettata una poltiglia di radici di Barbasco (Lonchocarpus sp., Fabaceae), contenente rotenone (C23H22O6), una tossina che inibisce nei pesci la respirazione cellulare, permettendo quindi agli Zoque di raccogliere comodamente i "doni" con canestri di vimini e di conservarli come fonte di proteine
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