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Twitter ti dice se hai l’influenza

COSTUME E SOCIETÀ - Un po' mi inquieta. Ditemi voi che ne pensate. Un team di scienziati dell'Università Rocherster si è inventato una app (GermTracker, che deriva da uno studiocondotto l'anno scorso, nell'aerea di New York) che permette di capire se e quando una persona si ammalerà basandosi sulla sua attività su Twitter. Il sofware usa tutti i dati possibili: i contenuti degli status ma anche la posizione geografica dell'utente basandosi sui dati forniti dai dispositivi mobili. L'approccio è interessante (veloce e basso costo) per quel che riguarda il monitoraggio dei focolai epidemici, ma il software può fare di pù: può dare indicazioni ai singoli per esempio su quali posti evitare fornendo anche dati sulla probabilità di ammalarsi a seconda delle attività già svolte e quelle che si vogliono svolgere in futuro

Lo stile parigino secondo il software

CRONACA - Un gruppo di ricercatori della Canergie Mellon (CMU) e della Scuola normale superiore di Parigi ha messo a punto un sistema automatico basato sul data mining di grandi database di informazioni che riesce a isolare i "dettagli" visivi caratteristici di una città. Spiego meglio: cos'è che epr esempio rende così caratteristica e cosi facilmente riconoscibile Parigi, tanto che si può riconoscerla anche osservando scorci poco noti? Il sistema automatico sviluppato da Alexei Efros, professore alla CMU, e colleghi è in grado di fare una selezione degli elementi più caratteristici (balconi, porte, finestre con le sbarre tutto con una forma tipica) partendo da una gran mole di immagini e trovando le ricorrenze. Il gruppo di ricerca ha dato in pasto al software stati analizzati più di 250 milioni di dettagli visivi, partendo da 40.000 immagini tratte da Google Street View di Parigi, Londra, Barcellona e altre otto città

A favore della nonna

COSTUME E SOCIETÀ - Su Nature Scientific Reports, Vasyl Palchykov, Kimmo Kaski, Janos Kertész, Albert-László Barabási e Robin Dunbar (tre superstar) si occupano di Differenze sessuali nei rapporti intimi. Con un lavoro di data mining, confermano l'ipotesi secondo la quale alcune primate si sarebbero evolute per vivere oltre la menopausa, così da assistere le proprie figlie e migliorare il tasso di sopravvivenza dei discendenti. L'antropologo Robin Dunbar voleva verificare la (discussa) ipotesi della nonna nata dall'osservazione che, nelle specie monogamiche e in particolare fra i primati, passato il periodo riproduttivo le femmine spostano il proprio investimento affettivo dal partner alle figlie e ai nipotini, e contribuiscono così al loro benessere e alla diffusione dei propri cromosomi X

Felicità

Di recente l'edonometria, la misura del tasso di felicità collettiva, ha fatto progressi grazie al data-mining e agli ultimi ritrovati...