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SALUTE

Il mercato delle (probabilmente) false speranze, dall’Egitto con furore

Un'invenzione che avrebbe dovuto rivoluzionare chimica, biochimica, fisica e biofisica, cambiando le modalità con cui vengono diagnosticate molte malattie al giorno d'oggi. E invece no perché era una bufala, ma ci sono voluti un articolo del Guardian (poi modificato) del corrispondente dall'Egitto Patrick Kingsley, la conseguente polemica che ha scatenato e due articoli di smentita pubblicati sulla stessa testata per venirne a capo.

Il gel per capelli dell’antico Egitto

COSTUME - Che gli egizi erano dei gran vanitosi si sa. È noto il loro amore per la cura del corpo, in particolare della pelle, e nel mondo antico le loro ricette per oli profumati e nutrienti, pomate curative e di bellezza, erano considerate le migliori; per motivi di estetica, ed anche per questioni igieniche, la ricerca di prodotti nuovi era una delle attività principali di medici e maghi. Donne e uomini trattavano la loro pelle con creme derivate da erbe, fiori e argille provenienti dal delta del Nilo e lavorate con procedimenti che venivano testati più volte e poi tramandati su papiri, alcuni dei quali arrivati fino a noi. La pulizia, considerata anche in maniera spirituale come la purificazione del corpo, era uno degli aspetti centrali della vita egizia, soprattutto per i ricchi e certamente per il faraone, che, come prima attività della giornata, si dedicava ad un rituale chiamato “cerimonia di toeletta”, che prevedeva bagno, trucco e profumazione con l'incenso. Perfino la cura dei capelli era già nota all'epoca: parrucche, lozioni anticaduta e contro i capelli grigi. E poi l'amore per il trucco, specialmente degli occhi, in vita e dopo la morte. Perché in effetti per la civiltà egizia la cura per il corpo e l'igiene erano considerati aspetti che trascendono la pura estetica e sconfinano nella spiritualità e anche dopo la morte la bellezza come ideale puro si realizzava sul corpo del defunto attraverso trucchi, maschere funerarie e attraverso la mummificazione, il cui scopo principale era quello di mantenere l'aspetto del corpo così come era stato in vita. Nel normale processo di decomposizione, infatti, il corpo perderebbe mano a mano la sua identità, modificando l'aspetto fino al decadimento completo e al disfacimento.

L’imperatore in mostra

ARTE, MUSICA & SPETTACOLI - Se vi capita di passare per Dearborn, nel Michigan, non dimenticatevi di fare una visita al Museo di Storia Naturale dell’Università. Perché potreste vedere uno dei fossili più straordinari esposti in qualsiasi museo del mondo. Quello di un basilosauro (sauro imperatore), un animale acquatico vissuto fino a 37 milioni di anni fa, e che ora occupa l’intero soffitto della galleria al secondo piano del museo. Il fossile sarà il simbolo della mostra Back to the Sea: The Evolution of Whales che sarà inaugurata in Aprile. Lungo 16 metri è completo in ogni sua parte: a far certamente impressione è il cranio e l’apertura boccale con denti lunghi 10 centime