Il 31 ottobre finiranno i 6 anni dell regno di Luigi Frati, rettore della Sapienza. il 23 settembre si terrà il primo turno per le elezioni del successore al governo di un'università che più di altre ha patito riforme a metà, tagli ai fondi, blocco delle assunzioni e monarchi da dimenticare.
POLITICA - Oltre ad essere il parlamento più giovane di sempre ed aver incrementato notevolmente il numero di donne, entrano in politica alcuni scienziati. Tra questi Ilaria Capua (abbiamo già parlato di lei qui e qui) direttrice Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Capolista in Veneto per la lista Scelta Civica di Mario Monti alle recenti elezioni, l'abbiamo intervistata per capire il suo punto di vista nei confronti del rapporto tra scienza e politica.
POLITICA - Vittorio Loreto dell'Università La Sapienza e altri ricercatori in intelligenza artificiale e discipline affini in Belgio e Gran Bretagna, hanno inventato per l’ISI un barometro che misura quanto varia l'apprezzamento di canditati e formazioni politiche durante la campagna elettorale.
Per aiutare gli italiani a compiere il proprio dovere elettorale, i colleghi hanno posto sei domande sulla scienza ai candidati di centro-sinistra. Per par condicio, la custode si occupa di tecnologia e di altri partiti.
POLITICA - C'è scritto anche nella nostra Costituzione "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica", ma i politici italiani non sempre (vabbè quasi mai) si esprimono sui temi scientifici fondamentali (no, non vale pensare al tunnel della Gelmini).
Un gruppo di giornalisti, blogger, ricercatori e appassionati di scienza ha voluto chiedere ai candidati delle primarie del centrosinistra di rispondere a sei domande su temi scientifici chiave come OGM, bioetica, clima e molto altro.
Da un'idea lanciata da Marco Ferrari e Moreno Colaiacovo ai membri del gruppo Facebook "Dibattito scienza" sono emerse le sei fatidiche domande a cui speriamo che i politici in corsa alle primarie vogliano rispondere.
Riportiamo qui di seguito le sei domande:
CRONACA - Quando votiamo siamo più propensi a scegliere un candidato con la voce profonda, che si tratti di un uomo o di una donna. Lo conferma uno studio recentemente pubblicato sui Proceedings B della Royal Society.
Casey Klofstad, professore associato di Scienze Politiche all'Università di Miami, e i ricercatori del dipartimento di biologia della Duke University, hanno scelto candidati ipotetici sulla base della loro voce e li hanno registrati mentre dicevano: “Vi chiedo di votare per me il prossimo novembre”. Successivamente la registrazione è stata manipolata in modo da distorcere le voci e farle diventare più basse o più acute. Il risultato è stato che i partecipanti allo studio, ossia gli “elettori”, hanno votato in maniera notevolmente più significativa le voci più profonde.