CULTURA – Il 31 ottobre finiranno i 6 anni di regno di Luigi Frati, rettore della Sapienza. il 23 settembre si terrà il primo turno per le elezioni del successore al governo di un’università che più di altre ha patito riforme a metà, tagli ai fondi, blocco delle assunzioni e monarchi da dimenticare.
L’ascesa del prof. Frati aveva suscitato polemiche, date le numerose code di paglia. Come riferisce La Repubblica,
ha tollerato, soprattutto a Medicina, esami farsa e concorsi pilotati, ha facilitato la carriera e l’agio dei famigli: moglie docente, figlia docente, figlio primario di una cardiochirurgia appositamente creata.
Tra i sei candidati, nessuno accenna al rettore uscente, ma l’ingegnere informatica Tiziana Catarci rischia di garantire una continuità, mentre Andrea Lenzi ed Eugenio Gaudio appartengono al settore della medicina, non proprio una raccomandazione. I tre restanti sono (link al pdf del loro programma):
– Roberto Nicolai Mastrofrancesco, preside di Lettere e Filosofia,
– Renato Masiani, preside di Architettura
– Giancarlo Ruocco, dal 2010 prorettore alla ricerca
Tutti e tre usano le stesse parole chiave: trasparenza, investimenti, assunzioni, borse per studenti, meritocrazia, rispetto delle regole, semplificazione amministrativa, modifica dello Statuto, ma hanno idee diverse sul futuro della Sapienza.
Sembrano più locali e all’antica quelle del grecista Nicolai Mastrofrancesco che, per esempio, in tempi di open access ritiene necessario rafforzare la casa editrice universitaria, dal catalogo non eccelso. Più “da sindaco” quelle di Renato Masiani che vede le undici facoltà, i 60 dipartimenti, i ventuno musei e le cinquanta biblioteche dell’ateneo nel tessuto urbano del quartiere San Lorenzo, in termini di gestione degli spazi, edilizia, decentramento e di welfare dei suoi circa 120 mila abitanti. Da preside si è mostrato un po’ distratto: le voci sugli esami venduti (e non solo lì) si sentivano fino a Milano. A Roma no?
Giancarlo Ruocco si concentra sulla doppia funzione di insegnamento e di ricerca, collocata in un panorama internazionale, forse perché la ricerca fatta nel suo Dipartimento issa La Sapienza tra le prime 200 nelle classifiche mondiali e tra le prime 25 per la fisica. Anche lui, come Masiani, vuole più decentramento, “democrazia partecipativa” di studenti, professori, personale amministrativo e tecnico, dei comitati a progetto o permanenti ai quali delegare responsabilità – intesa anche come rispondere delle proprie decisioni.
Questa volta gli studenti voteranno? E sceglieranno un rettore che migliori la reputazione della Sapienza insieme al valore dei loro titoli di studio?
Nota per i cronisti. Nel sunto del suo programma, Ruocco scrive:
- Sapienza deve tornare ad essere l’università del paese, rompendo l’isolamento in cui si è chiusa in questi anni e recuperando autorevolezza e credibilità, in primis dal punto di vista dei comportamenti e della trasparenza, ambiti nei quali troppe campagne di stampa hanno potuto gettare discredito sull’università in generale e sulla nostra in particolare.
Combinazione, anche il Parco delle Bufale ha un programma. Segnalerà quei “comportamenti” finché un docente della Sapienza chiederà ai politici di finanziare i fallimenti della fusione fredda, come Massimo Scalia, o sarà il capo di una setta anti-scienza, come Pierpaolo Dell’Omo.
Ultimo dibattito con gli elettori il 18 settembre in Aula Magna, dalle 10 in poi.
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