Nell'idea dei suoi fondatori l'ANVUR dovrebbe funzionare come contraltare all'autonomia dell'università per valutare il merito di ciò che viene prodotto....
POLITICA - Per chi rientra in questi giorni dalle ferie estive, la sorpresa è tanta. Il panorama della ricerca italiana, nel giro di una settimana, ha cambiato volto. Non c'è praticamente più nessuno al timone dei centri di ricerca di quanti erano alla guida fino a dieci giorni fa, e da ormai diverso tempo. Sabato 13 agosto, mentre la maggior parte della gente era a mollo in riva al mare o in vacanza da qualche parte, nelle stanze dei bottoni di Viale Trastevere il ministro dell'Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini, sfidava la canicola approvando l'atto finale della manovra di riordino degli enti, avviata nel 2007 dall'allora presidente del consiglio Prodi. Nomi nuovi, per lo più scienziati di spicco, un po' più giovani (età media 60 anni, anziché 69). Due donne, per la prima volta. Il ricambio era atteso, anche se l'operazione è stata finalizzata con una tempistica spiazzante. Proprio a ridosso di ferragosto. Non esattamente il momento in cui si gode della massima attenzione pubblica, e neppure quello più consono per consentire ai presidenti uscenti di congedarsi. Undici in tutto gli istituti riformati.