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Il jazz è un dialogo tra musicisti

Mentre i musicisti jazz suonano, si attivano le aree del cervello utilizzate per interpretare la struttura sintattica delle frasi in una conversazione, come se fosse in corso un vero e proprio dialogo. Solo che è a colpi di jazz.

Le metafore che ingannano il cervello

CRONACA - Quando qualcuno ci dice che ha avuto una giornata dura, cosa sentiamo sotto le dita? Niente? Sicuri? Uno studio appena pubblicato suggerisce invece che il cervello possa ricreare esperienze sensoriali per aiutarci a capire le metafore comuni. Linguisti e psicologi hanno dibattuto a lungo su quanto le aree del cervello che mediano le esperienze sensoriali dirette siano coinvolte nella comprensione delle metafore. George Lakoff e Mark Johnson, in un lavoro che è presto divenuto un punto di riferimento nel campo della linguistica, Metaphors we live by (libro non ancora tradotto in italiano), hanno mostrato che il linguaggio quotidiano è pieno di metafore, alcune delle quali sono così familiari (come 'una giornata dura') che potrebbero non sembrarci particolarmente nuove o singolari. I due sostengono che la comprensione delle metafore è fondata sulle esperienze sensoriali e motorie

La macchina che vede quel che vediamo

FUTURO - È un lavoro che evoca scenari fantascientifici, ancora lontani, ma che potrebbero diventare una realtà concreta. Il risultato ottenuto da Shinji Nishimoto, neuroscienziato dell'Università di Berkeley, è già a dir poco sorpendente. Nishimoto e colleghi infatti sono riusciti ricostruire quale filmato un soggetto stava osservando solo in base all'attivazione cerebrale registrata con una risonanza magnetica funzionale. Come scrivono gli autori stessi nel paper pubblicato lo scorso giovedi su Current Biology "questo tipo di modelli potrebbe permettere la ricostruzione di contenuti mentali dinamici, come per esempio l'immaginazione visiva naturale," e potrebbe "essere usata per decodificare stati mentali involontari (sogni o alluncinazioni), anche se potrebbe risultare difficile determinare se il contenuto decodificato sia accurato."

Da bambino ad adulto: il cervello modifica le connessioni

Come cambia la rete di comunicazione all’interno del cervello nello sviluppo da bambino a giovane adulto? È la domanda che si sono posti Kaustubh Supekar, Mark Musen e Vinod Menon della Stanford University School of Medicine e hanno trovato significative differenze nell’organizzazione e nel flusso delle informazioni e delle comunicazioni.