Come cambia la rete di comunicazione all’interno del cervello nello sviluppo da bambino a giovane adulto? È la domanda che si sono posti Kaustubh Supekar, Mark Musen e Vinod Menon della Stanford University School of Medicine e hanno trovato significative differenze nell’organizzazione e nel flusso delle informazioni e delle comunicazioni.
Per scoprirlo hanno confrontando l’attività del cervello di bambini dai 7 ai 9 anni con quella di giovani adulti dai 19 ai 22 anni. È noto che nel passaggio tra queste due fasce di età avvengono degli enormi cambiamenti strutturali, ma i ricercatori volevano scoprire se questi cambiamenti corrispondono a delle modifiche funzionali. Per questo è stata usata la risonanza magnetica funzionale (fMRI) dove il maggiore flusso di sangue che, è un indice di una maggiore attività cerebrale, produce delle zone più illuminate nell’immagine. Hanno inoltre ipotizzato che le regioni che si illuminano contemporaneamente sono coinvolte nello stesso tipo di attività. I soggetti sono stati analizzati a riposo senza dare loro nessun compito specifico, in modo da registrare le funzioni di base del cervello. Con la tecnica del diffuse tensor imaging (DTI) sono stati anche in grado di misurare quantitativamente la connettività delle fibre cerebrali nelle diverse parti del cervello.
È risultato che il cervello degli adulti è più gerarchico e le regioni di attività sono più ampie e collegano zone più lontane rispetto a quello dei bambini. La maggiore gerarchia permette una maggiore capacità di controllo dei processi di informazione ma risulta anche in una maggiore vulnerabilità a un’interruzione delle comunicazioni. Il cervello dei bambini è meno gerarchico ma meno vulnerabile.
Inoltre nel cervello dei bambini ci sono le connessioni tra le regioni subcorticali e quelle corticali sono in numero superiore e sono più forte, mentre nei giovani adulti sono più forti le connessioni nelle regioni corticali. Queste differenze sono correlate con l’aumento di una sostanza, la mielina, che avviene nel passaggio da infanzia all’età adulta e che era già stato scoperto da studi precedenti. La mielina ha l’effetto di rafforzare la connessione tra le fibre, e questo nuovo studio conferma che influisce sulle funzioni del cervello in modo determinante.
La ricerca è stata pubblicata nel numero di luglio di PloS Biology.