IL PARCO DELLE BUFALE - La bovina, reperita dagli avventori del bar dove la custode consuma il cappuccino con la briosc, nasce da un comunicato stampa sull'astinenza prematrimoniale che accresce la felicità post, arrivato nel Bel Paese con l’aggiunta che la ricerca è uscita sia sul Daily Mail, un quotidiano scandalistico, che sul Journal of Family Psychology
IL PARCO DELLE BUFALE. Intendiamoci, Lars Nyberg e gli altri ricercatori guidati da Endel Tulving, uno dei grandi specialisti della memoria, hanno compiuto un primo tentativo di mappare la cronestesia, come ci rappresentiamo un ambiente familiare, un bosco per esempio, così come potrebbe esser stato l'autunno scorso o potrebbe diventare a primavera. E di capire in che cosa la cronestesia si differenzia dai ricordi. Infatti hanno osservato che l'ippocampo non interviene nel tempo immaginato mentre si mobilita se viene evocata una passeggiata realmente avvenuta. Si guardano bene dare un'interpretazione esagerata dei loro risultati, ripetono che altri devono replicarli. Insomma fanno i modesti.
IL PARCO DELLE BUFALE - In un ampio "speciale omeopatia", la multinazionale Guna di Alessandro Pizzoccaro rivela tra l'altro di aver scoperto la "sindrome da stress da rientro", la quale a vacanza ultimata ci affligge puntualmente con
Senso di stordimento, calo dell'attenzione, mal di testa, digestione difficile, raffreddore, mal di gola, tosse, tensione e dolori muscolari, calo della libido, insonnia, stanchezza sono solo alcuni dei sintomi che viviamo una volta messo piede a terra dalla scaletta dell’aereo che ci riporta in città...
PARCO DELLE BUFALE - Ogni (rara) volta che uno squalo attacca un uomo, le parole più frequenti sui media nazionali italiani sono: panico, terrore, rosso sangue, macchina assassina. L’errore più comune poi è quello di sparare a caso nome della specie e fotografia dell’animale. Nessuno dice nulla, ma se un giorno a decidere una finale di Coppa dei Campioni fosse un gol di Cristiano Ronaldo e l’indomani la Gazzetta dello sport titolasse “Kakà sempre più forte” magari con una foto di Ibrahimovic… apriti cielo! Nella comunicazione scientifica tutto sembra essere permesso
IL PARCO DELLE BUFALE - Grant Steen, presidente di un’azienda statunitense di consulenza in comunicazione medica, pubblica sul Journal of Medical Ethics uno studio su 788 ricerche in biologia/medicina archiviate da PubMed e ritrattate per errori e frodi dal 2000 al 2010. Risultati:
Articoli fraudolenti erano pubblicati su riviste con un fattore d’impatto maggiore; circa il 53% erano dovuti a un primo autore che aveva ritrattato altri articoli, e soltanto il 18% nel caso di articoli errati; avevano un maggior numero di autori ed erano ritrattati più lentamente degli articoli errati. A sorpresa, c’erano significativamente più frodi che errori tra gli articoli ritrattati negli Stati Uniti rispetto al resto del mondo.
[Continua...] Nel senso che negli Stati Uniti, per 260 articoli ritrattati quelli falsificati sarebbero due volte quelli sbagliati, un record rispetto agli altri 48 paesi. Ma il rapporto frode/errori non tiene conto del fatto che la stragrande maggioranza degli articoli sono scritti da ricercatori basati in USA. Richard Van Noorden di Nature fa una statistica meno sempliciotta e ottiene risultati diversi
IL PARCO DELLE BUFALE - L'editoriale comparso sul numero scorso di Nature ha solamente messo nero su bianco quello che era già ben noto, soprattutto nel mondo della ricerca. Gli errori fatti in buona fede ci sono, non costituiscono una novità e sono inevitabili, ma quello che è grave è che talvolta gli errori si trasformano in vere e proprie frodi, a danno non solo della comunità scientifica. La pubblicazione di dati falsi infatti può portare a una progressiva perdita di credibilità della scienza e anche, come nel caso della ricerca biomedica, alla definizione di terapie sbagliate, come nel caso descritto più avanti.
[fruitfly] IL PARCO DELE BUFALE - La custode s'inorgoglisce di essere presidente del Drosophila melanogaster's genetics Fan Club, un gruppetto di fisici, casalinghi, insegnanti, biologi, neuroscienziati, precari, informatici e un economista, alcuni dei quali lettori di OggiScienza e tutti uniti dalla gratitudine per il sacrificio compiuto sull'altare della scienza da miliardi di ditteri innocenti.