Chiunque avrà provato la spaesante sensazione di perdersi, di non riconoscere la strada per tornare o la vertigine di non riconoscere la direzione. Negli animali il sistema di cellule che aiutano a individuare il percorso era già stato descritto, ma oggi qualcosa di analogo è stato osservato nel cervello dell’uomo.
Ogni anno miliardi di uccelli in tutto il mondo compiono straordinari viaggi migratori, che li portano a migliaia di chilometri di distanza dalle aree riproduttive ai quartieri di svernamento, e viceversa (qui un incredibile esempio). Uno dei più grandi misteri legati a questi spostamenti transcontinentali è senza dubbio la loro capacità di orientamento, basata su una mappa e una bussola interne, che li rende in grado di ritornare ogni anno nei medesimi luoghi, traendo informazioni dal campo magnetico terrestre.
CRONACA - Il senso degli scarabei per le stelle. È proprio il caso di dirlo, almeno per gli stercorari: gli scarabei che si nutrono di sterco, trasportato sotto forma di caratteristiche palline più grandi di loro, per orientarsi nelle notti senza luna usano proprio le stelle e in particolare quelle della Via Lattea. La prova? La troviamo negli esperimenti raccontati in un articolo pubblicato su Current Biology: i primi che documentano negli insetti questo comportamento, noto finora solo negli uccelli, nelle foche e negli esseri umani
CRONACA - Le formiche foraggiatrici del deserto ritrovano sempre la strada per tornare al nido, anche quando possono contare solo su tracce magnetiche, vibrazioni o... sull'anidride carbonica.
Le formiche che vivono nel deserto si sono adattate alla vita in un ambiente arido, che fornisce pochissimi punti di riferimento per orientarsi. Oltre a tracce visive e olfattive, questi insetti usano la luce del sole polarizzata come un compasso per orientarsi, e "contano" i passi fatti in modo da riuscire a tornare sane e salve al nido dopo essere andate alla ricerca di cibo. Attraverso alcuni esperimenti con formiche del genere Cataglyphis nei loro habitat naturali in Tunisia e Turchia, un gruppo di scienziati comportamentali dell'Istituto Max Planck di ecologia chimica di Jena, in Germania, ha scoperto ora che le formiche possono aiutarsi anche con riferimenti magnetici o vibrazionali per riuscire rintracciare la minuscola apertura da cui sono venute fuori
NOTIZIE - Secondo una ricerca pubblicata la scorsa settimana sul Journal of Experimental Psychology i piccioni viaggiatori utilizzerebbero l’olfatto per orientarsi in volo e ritovare la strada di casa. Secondo quanto scrivono Anna Gagliardo, dell’Università di Pisa, e colleghi nel cervello dei piccioni ci sarebbero delle vere e proprie mappe olfattive del territorio, che l’animale userebbe per muoversi. Altra particolarità: è principalmente la narice destra a raccogliere l’informazione utile alla navigazione, se infatti viene tappata i piccioni si dimostrano disorientati, cosa che non avviene quando si tappa la destra. Per farci spiegare i dettagli della scoperta abbiamo raggiunto telefonicamente Giorgio Vallortigara, vice-direttore del Centro Interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento, che ha partecipato allo studio
Non è solo una metafora: gli scienziati del Max Planck Institut dimostrano che davvero se mancano i punti di riferimento gli esseri umani tendono a muoversi compiendo grandi circonferenze