CRONACA – Il senso degli scarabei per le stelle. È proprio il caso di dirlo, almeno per gli stercorari: gli scarabei che si nutrono di sterco, trasportato sotto forma di caratteristiche palline più grandi di loro, per orientarsi nelle notti senza luna usano proprio le stelle e in particolare quelle della Via Lattea. La prova? La troviamo negli esperimenti raccontati in un articolo pubblicato su Current Biology: i primi che documentano negli insetti questo comportamento, noto finora solo negli uccelli, nelle foche e negli esseri umani .
Prendete uno scarabeo stercorario e lasciatelo libero di muoversi dopo aver raccolto la sua pallina da un mucchio di escrementi. Vedrete che tenderà ad allontanarsi molto velocemente in linea retta, per evitare che altri “colleghi” gli rubino il bottino. Di giorno o con la luna piena nessun problema, ma Marie Dacke e colleghi, dell’Università di Witwatersrand in Sud Africa hanno osservato che l’animaletto riesce a orientarsi anche nelle notti senza luna. L’ipotesi era che, come un antico marinaio, si servisse proprio delle stelle, ma andava provata.
Così i ricercatori hanno allestito una serie di test, in campo e in un planetario, in condizioni di piena visibilità o di visibilità compromessa (con un caschetto speciale per scarabei), con cielo sereno o coperto, con Via Lattea visibile o nascosta dall’orizzonte e sono giunti alla loro conclusione: per orientarsi nelle notti più buie, gli insetti usano proprio il gradiente di luminosità della Via Lattea. Non singole stelle particolarmente luminose (che del resto ai loro occhi composti apparirebbero sfuocate) né altri punti di riferimento ambientale, ma solo la nostra galassia. E se anche questa è nascosta? Be’, allora gli insetti perdono l’orientamento e si muovono in modo più caotico.
Secondo Dacke e colleghi, probabilmente questa abilità è piuttosto diffusa nel mondo animale.
Immagine: Dacke et al, Current Biology.