StampaÈ autunno. Cadono le prime piogge. E puntualmente come ogni anno, si torna a parlare della fragilità del territorio italiano. Questa volta è toccato a Toscana, Liguria, Lombardia fare i conti con strade allagate, linee ferroviarie bloccate, esondazioni di torrenti e fiumi.
AMBIENTE - Oltre 61 miliardi. Ecco il bilancio dei danni causati dal dissesto idrogeologico dal 1944 al 2012. Quasi un miliardo all’anno se ne va per far fronte alle conseguenze di frane e alluvioni. A delineare il quadro della situazione è il rapporto Ance-Cresme sullo Stato del territorio 2012. Nel nostro Paese le zone a elevata esposizione al rischio idrogeologico rappresentano il 10% del territorio, riguardano l’82% dei Comuni e coinvolgono potenzialmente 5,8 milioni di abitanti. Tra le Regioni più a rischio ci sono l’Emilia Romagna con 4.316 kmq a rischio, pari al 19,5% del territorio regionale. A seguire troviamo la Campania (19,1%), il Molise (18,8%) e la Valle d’Aosta (17,1%). A livello provinciale, la classifica è guidata dalla provincia di Napoli con 576 mila persone che vivono in aree ad alto rischio, seguita da Torino e Roma, rispettivamente con 326mila e 216mila persone.
Secondo le recenti stime del ministero dell’Ambiente servirebbero 1,2 miliardi all’anno per almeno 20 anni per attuare gli interventi previsti dai piani regionali per l’assetto idrogeologico, come la manutenzione dei corsi d’acqua o il recupero dei terreni abbandonati