AMBIENTE - "Fin quando l'accesso all'acqua pulita e ai servizi sanitari non sarà esteso a tutti, non andrò al bagno" ha dichiarato ieri Matt Damon durante una conferenza stampa aprendo ufficialmente la campagna di sensibilizzazione water.org e lanciando lo “sciopero del bagno”.
Tutto finto ovviamente ma non l’impegno di Damon per il diritto all’acqua, da estendere a quei 2,5 miliardi di persone che al mondo non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari. In realtà ieri mattina l’attore americano ha diffuso un video nel quale, fingendo di parlare in una confernza stampa annunciava la scelta di boicottare per protesta la toilette.
La trovata pubblicitaria realizzata dall’associazione no-profit water.org, fondata dallo stesso Damon fa parte di una campagna virale, sostenuta anche da Google, per la Giornata mondiale dell’acqua del prossimo 22 marzo
NOTIZIE - Tremonti, almeno parzialmente, ritratta: l’altro ieri il Ministro dell’Economia ha incontrato Gianni Alemanno (sindaco di Roma e presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci) e Roberto Grossi, presidente di Federculture, impegnandosi a sospendere per un anno (grazie al decreto “mille proroghe”, così va l’Italia), l’applicazione delle norme “ammazzacultura”, e ad attivare immediatamente un tavolo tecnico per modificarle.
Federculture e Anci (associazione nazionale dei comuni italiani), con il sostegno del FAI, il fondo per l’ambiente, hanno deciso però di tenere alta la tensione e domani 12 novembre come previsto resta comunque valida la giornata di sciopero dei musei italiani.
L’intenzione è quella di chiudere per l’intera giornata monumenti, sedi espositive, parchi, biblioteche, acquari, siti archeologici e tanto altro in tutta Italia in segno di protesta per i pesanti taglia alla cultura. Un’altra possibilità proposta da Federculture è quella di una sorta di sciopero bianco: offrire l’ingresso gratuito a tutti i visitatori. “Porte chiuse, luci accese sulla cultura” è il titolo dell’iniziativa.
Questo sciopero è indirizzato contro la manovra finanziaria, in particolare la legge 122 che implica un'importante riduzione del personale e delle spese di sponsorizzazione. Anci e Federculture chiedono di modificare le norme contenute nel decreto 78 che impongono il taglio dell’80 per cento delle somme impiegate per le mostre, la riduzione dei consigli di amministrazione delle aziende partecipate e lo scioglimento delle società strumentali ai comuni con meno di 30 mila abitanti.
Come stanno rispondendo all’iniziativa i musei scientifici italiani? OggiScienza ha fatto (o almeno ci ha provato) un “giro” delle realtà più importati nel nostro paese. Il risultato è stato un po deludente.