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Fukushima: anzen shinwa

CRONACA - (Ovvero "il mito della sicurezza"). Già la scorsa settimana vi annunciavo la pubblicazione di un numero speciale (Fukushima: reflexions six months on) da parte del Bullettin of Atomic Scientist. Oggi volevo soffermarmi in particolare su uno dei contribuiti contenuti in questo speciale, non perché gli altri siano meno interessanti, ma perché è uno spunto per affrontare il tema del dibattito pubblico sulla governace scientifica, in particolare quella riferita alla sicurezza delle fonti energetiche. Nell'articolo "Fukushima: The myth of safety, the reality of geoscience" Johannis Nöggerath e colleghi spiegano come al momento della sua costruzione la centrale di Fukushima avesse adeguato gli standard di sicurezza per gli tsunami alle conoscenze scientifiche dell'epoca. Quando poi nei decenni successivi gli avanzamenti scientifici hanno dato un quadro diverso del pericolo tsunami nell'area della centrale, nonostante ci sia stata più di un occasione in cui è stato esplicitamente alla Tepco (la compagnia elettrica che gestisce la centrale) e alle autorità competenti di rivedere gli standard nulla è stato fatto. Gli autori dell'articolo, scrivono nell'abstract, ritengono che "il mito della sicurezza" sostenuto dal Governo giapponese e dalle compagnie elettriche abbia distrorto il dibattito onesto e aperto sui rischi.

Come un pulcino bagnato (e anche peggio)

AMBIENTE - Questo è un video composto dalle immagini raccolte dal Servizio della Pesca e della Fauna Selvatica degli Stati Uniti (Fish and Wildlife Service Pacific Region, USFWS) in uno degli atolli corallini più remoti del pianeta, l’atollo di Midway, dopo il passaggio dello tsunami scatenatosi l’11 marzo in seguito a un terromoto di magnitudo 9 al largo di Sendai (Giappone). Sebbene sia solo un puntino in mezzo all’oceano, l'atollo appartiene al più vasto parco marino del mondo, dal nome alquanto esotico ed impronunciabile di Papahānaumokuākea. Si tratta di una riserva recentemente istituita dal governo americano, che si sviluppa lungo quasi tutte le isole hawaiana

Non bastava il terremoto?

IL PARCO DELLE BUFALE - La "super" Luna - qualche giorno prima del terremoto che ha innescato lo tsunami, il noto astrologo britannico Richard Nolle aveva previsto che, visto che la Luna si stava avvicinando al suo perigeo, cioè il punto più vicino alla Terra che il satellite può raggiungere orbitandole attorno (cosa che accade una volta al mese), e che in particolare questo 19 Marzo, a Luna piena, sarebbe è stato il più prossimo alla Terra degli ultimi 19 anni, il tutto avrebbe causato eventi catastrofici come, appunto, terremoti e maremoti. Le superlune, come le chiama l'astrologo, avrebbero sempre portato con loro immani catastrofi. Nella Rete, insensate affermazioni come questa sono state immediatamente elevate al rango di teorie scientifiche, specialmente dopo il terremoto. Tra le vittime della disinformazione, anche il "meteorologo" britannico John Kettley che, contrariamente a quanto riportato in genere, aveva assicurato che la Luna NON poteva innescare terremoti ma che, forse, poteva influire significativamente sul tempo atmosferico e sulle maree limitatamente alle zone costiere. In realtà, meteorologo Kettley lo è diventato solo da noi perché si tratta invece di un popolare presentatore delle previsioni del tempo britannico.

Il meglio che si può

NOTIZIE - Il Giappone è all'avanguardia per quanto riguarda la prevenzione sismica e anti-tsunami. Nonostante il numero delle vittime e i danni siano ingenti, (lo stesso premier giapponese, Naoto Kan, ha definito il terremoto la tragedia più grande che ha colpito ilpaese dopo la seconda Guerra Mondiale) le cose avrebbero potuto andare molto peggio, a ribadire (sempre e con forza) che in caso di eventi sismici la prevenzione è fondamentale. Con Fabio Romanelli, sismologo dell'Università di Trieste, facciamo il punto di quanto è successo a livello sismico e parliamo di earthquake warning (via sms) e di tsunami warning.

Prove tecniche di previsione degli tsunami

NOTIZIE - La NASA ieri ha dichiarato di aver condotto con successo dei test “sul campo” di un prototipo di sistema di predizione delle onde di tsunami che si sviluppano a seguito di terremoti di grande entità. L'occasione per il test: il terremoto in Cile dello scorso 27 febbraio.
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